“Stretta” sull’immigrazione clandestina da parte di Questura e comando provinciale dell’Arma.
Dall’inizio dell’anno le espulsioni sono 14, di fatto una media di una ogni due giorni.
Le ultime della serie riguardano una dominicana che si è presentata spontaneamente in Questura per denunciare lo smarrimento del passaporto ed è stata rimpatriata, ma anche due albanesi arrestati a Valfabbrica per spaccio di stupefacenti dai carabinieri. E poi un altro pusher fermato a Fontivegge. Nell’ambito delle 14 espulsioni del 2019, in 11 casi è stato disposto il rimpatrio con immediato accompagnamento coattivo alla frontiera. Nella “casistica” dei rimpatriati ci sono 9 albanesi, di cui 2 già finiti in carcere per gravi reati contro la persona e il patrimonio, altri due arrestati a Valfabbrica per reati di droga, tre (finiti in cella rispettivamente per furti in abitazione, maltrattamenti in famiglia e furti in genere) prelevati direttamente dal carcere di Capanna e riaccompagnati dalla polizia direttamente a Tirana, con l’espulsione come misura alternativa alla detenzione disposta dalla magistratura di sorveglianza. Tra i rimpatriati anche un marocchino ventenne che da anni “tormenta” la comunità di Gualdo Tadino. Lo straniero, fin da quando era minorenne, ha accumulato accuse gravissime: danneggiamento, lesioni personali, furto, violenza sessuale. Il marocchino nel novembre 2016, insieme ad altri connazionali, era stato anche accusato del danneggiamento del presepe emozionale nel centro storico di Gualdo Tadino. Considerato socialmente pericoloso, è stato accompagnato dagli agenti dell’ufficio immigrazione fino a Casablanca. Rimpatriato anche un tunisino di 49 anni che, nella “classifica” dei reati, può annoverare spaccio e detenzione di droga, ricettazione, resistenza a pubblico ufficiale: è stato accompagnato fino a Tunisi.
In 3 casi è scattato invece l’accompagnamento al Centro per il rimpatrio di Roma. Tra questi quello della dominicana di 24 anni che si è presentata in Questura per denunciare lo smarrimento del passaporto, ma che non era in regola con le norme sul soggiorno in Italia.