C’è anche un folignate fra le 15 le persone finite in carcere e 5 ai domiciliari nell’ambito dell’inchiesta della Procura di Brescia condotta dalla Guardia di Finanza che ha portato alla luce un’evasione fiscale da 80 milioni di euro con fatture false per 500 milioni di euro.
Tutti gli indagati sono accusati a vario titolo di associazione a delinquere finalizzata a frode fiscale e riciclaggio.
Un centinaio complessivamente le persone sotto inchiesta tra Brescia, Bergamo, Milano, Mantova, Perugia, Lodi. Sequestrati oltre due milioni di euro. Avrebbero tentato anche di aprire conti allo Ior, ma sono stati individuati i tentativi grazie alla collaborazione con la Polizia vaticana.
Fra gli indagati appunto c’è anche un imprenditore di Foligno di 50 anni, considerato dagli inquirenti una “persona di fiducia” del sodalizio e che deve rispondere del tentato riciclaggio per aver aperto un conto corrente in un banca croata e aver provato a trasferire qui i proventi relativi alla vendita di fatture false e crediti fittizi. Gli uomini del colonnello Salvatore Russo, infatti, hanno individuato a Brescia lo studio di un commercialista considerato una vera e propria fabbrica di evasione fiscale, perché qui, è l’accusa, venivano prodotti i cosiddetti “pacchetti evasivi”.