È stato inviato il 415 bis, l’avviso di conclusione delle indagini preliminari a 25 indagati, residenti tra Umbria, Marche, Lazio, Lombardia, Campania, Puglia, Sicilia e finanche in Svizzera, e a tredici società per cui è stato inviato il 415 bis, l’avviso di conclusione delle indagini preliminari. Il fascicolo è quello per frode nel commercio di carburante ed evasione che vede al centro l’imprenditore umbro Mauro Olivi, arrestato lo scorso aprile con altri 12 indagati. L’operazione della guardia di finanza in collaborazione con gli uffici delle dogane si è ampliata: rete e giro di affari sotto la lente si sono allargati e gli inquirenti sono risaliti ai vertici delle due organizzazioni criminali, una operante in Italia e una all’estero. E’ stata l’analisi della lista dei clienti di Olivi a permettere di risalire a tutti gli attuali indagati.
Secondo quanto ricostruito dalle indagini, l’imprenditore umbro Mauro Olivi sarebbe stato il “collettore” tra due organizzazioni che in maniera del tutto indipendente avrebbero messo in piedi una “colossale” frode all’Iva. Gli indagati, avvalendosi anche di figure professionali, avrebbero così sfruttato la normativa vigente in caso di acquisti di beni in ambito comunitario in cui l’imposta dell’Iva viene applicata nel Paese di destinazione e, attraverso un sofisticato sistema, evitato il pagamento dell’Iva per ottenere illeciti guadagni per il commercio del carburante.
Olivi si è sempre dichiarato estraneo a quanto accaduto, spiegando di aver sempre pagato l’Iva e di aver comprato carburante a chi glielo proponeva a prezzi più bassi. Ma per il gip che ha firmato le ordinanze di custodie cautelari, l’indagato avrebbe messo a disposizione dell’organizzazione la società commerciale da lui amministrata. Quest’ultima sarebbe stata il “tramite” attraverso il quale il sodalizio avrebbe immesso in Umbria il carburante in commercio a prezzi fuori mercato.