Il servizio a firma di Giorgio Galvani pubblicato oggi sul Messaggero Umbria, racconta della bella avventura che ha visto protagonisti gli operai della fabbrica tifernate “Ceramisia”, ai quali la scorsa estate era stata comunicata la delocalizzazione in Armenia, che messi fronte alla possibilità di perdere il lavoro, hanno deciso di prendere in mano la situazione e tentare così, con un gioco di squadra, di rovesciare le sorti dell’azienda.
Si sono quindi uniti in cooperativa e hanno fondato “Ceramica Noi”, investendo 180 mila euro, dunque acquistando i macchinari utilizzati dalla vecchia proprietà e affittando il capannone.
E così hanno riconquistato i vecchi clienti, per il 90 per cento negli Stati Uniti, riuscendo a non fermare la produzione. Dopo mesi di lavoro intenso ha quindi aperto le porte della fabbrica alla città per festeggiare il successo della fase di startup e per ringraziare le tante persone ed imprese che hanno sostenuto il loro avvio. All’inaugurazione ha partecipato anche il Comune di Città di Castello con l’assessore alle Politiche Sociali Luciana Bassini, che ha lodato il coraggio e la professionalità dei soci di “Ceramica Noi”: «Sono tre anni che mi occupo di persone che hanno perso il lavoro e credo che esperienze come queste ci possano dare la speranza di un diverso recupero delle attività del nostro territorio». In rappresentanza di Legacoop Andrea Bernardoni,che ha seguito nella fase di startup la cooperativa. «Non è stato facile – afferma Marco Brozzi, presidente di Ceramica Noi – ma è stato molto bello. Ci siamo impegnati tutti per far ripartire la fabbrica nel minor tempo possibile. Abbiamo lavorato anche 14 ore al giorno ma ci siamo riusciti. Oggi abbiamo organizzato questa festa per ringraziare tutte le persone che ci hanno dato fiducia a partire dai clienti e dai fornitori che ci hanno permesso di ripartire subito a pieno ritmo».