Nuove accuse per Savino Strippoli, il luogotenente della guardia di finanza (ora sospeso dal servizio) travolto dall’inchiesta per corruzione insieme ad alcuni imprenditori locali tra cui Alvano Bacchi, patron delle Fonderie Tacconi di Assisi e Giovanni Sandomenico.
La procura di Perugia contesta al militare altre due “mazzette” che avrebbe ricevuto già a partire dall’estate del 2018. Nei confronti di Savino Strippoli, infatti, il procuratore aggiunto Giuseppe Petrazzini ha aggiunto altre due ipotesi di corruzione, che coinvolgerebbero l’imprenditore Eros Giovannini e la moglie Sabina Maggesi (indagati in concorso, con accuse ovviamente ancora tutte da dimostrare) e lo stesso Alvano Bacchi, uno dei due imprenditori amici finiti agli arresti domiciliari. L’inchiesta ne conta altri tre – alla fine dello scorso anno, con l’accusa di aver pagato il finanziere per eludere indagini e controlli delle fiamme gialle e dell’Agenzia delle entrate.
Nel nuovo fascicolo aperto dalla procura Strippoli è accusato di aver ricevuto 30mila euro dai Giovannini e altri 5mila euro da Bacchi perché – nel corso delle verifiche contabili nelle loro aziende – «operasse in modo tale da non rilevare talune delle irregolarità riscontrabili».
Contestazioni che si vanno ad aggiungere a quelle per il pagamento della sua piscina nella casa di San Mariano in cambio di un occhio benevolo nei controlli, che il maresciallo ancora ai domiciliari dopo aver passato tre settimane in carcere in seguito all’arresto operato dai colleghi ha in qualche modo ammesso durante l’interrogatorio in procura, assistito dall’avvocato Vincenzo Maccarone.
In quell’occasione Strippoli diede una sua versione dei fatti: «Sì, è vero, gli imprenditori con cui ho iniziato un rapporto di amicizia mi hanno fatto trovare i soldi nelle casse di vino che mi hanno regalato. E io ho fatto l’errore di tenerli. Mi hanno ingolosito e li ho tenuti. Ma ho svolto il mio lavoro e la mia attività correttamente, in maniera sempre conforme ai doveri d’ufficio».
Giovanni Sandomenico, indagato in reato connesso si avvale della facoltà di non rispondere, come pure Eros Giovannini, il titolare della Pet che avrebbe elargito la mazzetta da 30mila euro al luogotenente della guardia di finanza Savino Strippoli. Chi ammette qualche concessione, invece Alvano Bacchi, patron delle Fonderie Tacconi, conferma quanto già ammesso: “Nel mio ufficio gli consegnai 5mila euro”.