Salta, almeno per ora la cessione del 90% delle quote societarie di Farmacia Terni ad un privato.
Se il 28 settembre dello scorso anno il consiglio comunale dava l’ok alla manovra in ottica di riequilibrio di Palazzo Spada, oggi col cambio della guardia e degli scenari finanziari, alla massima assise si chiede di stoppare la cessione. Un anno fa Leopoldo Di Girolamo sperava di ripianare i conti anche coi circa 10 milioni derivanti dalla vendita delle farmacie comunali; oggi, col dissesto, non risulta più strategico fare cassa in questo modo. L’assessore Fabrizio Dominici ha maturato tale convinzione a margine di una ‘guerra’ con gli apicali della società e numerose diverse valutazioni. Molte cose insomma sono cambiate, la contrarietà dei Cinque stelle no.
I grillini non appoggiavano la vendita di Farmacia Terni prima e non sono disposti a farlo neppure adesso. Se l’operazione, come sembra, è solo rimandata, c’è già da storcere il naso ma c’è di più: «La delibera della giunta Latini sulle farmacie comunali – scrive il consigliere Thomas De Luca – è invotabile nella sua formulazione attuale. Si propone al consiglio di modificare una delibera precedente senza specificare come: quali parti sostituire, emendare o eliminare nel dispositivo o negli allegati. Una delibera impugnabile in ogni aspetto sotto il profilo amministrativo». Al momento dunque la proposta di delibera Cinque stelle rimane sul tavolo: «Ci auguriamo di poter trovare martedì pomeriggio una proposta emendativa condivisa per salvare la società».
Intanto, a dispetto di quanto dichiarano i Cinque stelle, il dispositivo elaborato dall’esecutivo comunale ha incassato il parere favorevole del collegio dei revisori dei conti. Nel documento si raccomanda un attento monitoraggio sulla situazione economico-contabile della società: per legge vanno dismesse quelle che hanno riportato un risultato negativo per quattro dei cinque esercizi precedenti; ma non è il caso di Farmacia Terni.