di Michele Centini – Erano previsti un milione di persone alla manifestazione del Family Day, in programma ieri al Circo Massimo di Roma e i dati forniti dall’organizzazione alla fine parlano di due milioni di partecipanti, ma l’area del Circo Massimo compresa la via adiacente, non può contenerne più 300.000.
Le associazioni dei cattolici italiani, delle quali non tutte hanno aderito alla giornata contro il ddl Cirinnà, rinnovano il loro impegno a favore della famiglia e dei valori tradizionali cristiani, mettendo in evidenza il diritto fondamentale dei bambini ad avere un padre e una madre naturali. In uno degli interventi è stato ricordato come otto anni fa la partecipazione attiva dei cittadini contribuì alla bocciatura in Aula della legge sui DICO e i PACS, voluta dal governo Prodi. Oggi gli attori chiamati in campo a difendere i ruoli tradizionali hanno nomi diversi come Mario Adinolfi, uno dei più stretti alfieri del governo di Matteo Renzi, che proprio dal palco del Family Day rinnova il suo richiamo al suo “grande amico Matteo” chiedendogli di “pensaci bene” prima di sostenere un ddl come quello Cirinnà, in discussione in questi giorni a Montecitorio.
Una delle questioni più importanti discusse durante la manifestazione è quella riguardante la maternità surrogata, condannata senza se e senza ma dal palco nelle parole di un’attivista californiana, in uno Stato, come lei stessa ha più volte ripetuto, che è considerato il primo al mondo dove si fa largo uso della pratica di vendita dei figli, in cui madri “sfruttate“ (questa la parola usata durante l’intervento) partoriscono figli in cambio di denaro sborsato da coppie o uomini gay che adottano il o la bimba per puro “scopo egoistico”, sempre secondo le parole usate durante la manifestazione. La pratica è considerata una barbarie perché priva il nascituro dell’identità della vera madre. La manifestazione è stata una festa in onore della famiglia tradizionale, il pubblico di tutte le età, tra cui padri e madri con i rispettivi figli, è accorso numeroso forse ben più di come si poteva prevedere alla vigilia. Intanto su internet l’ironia fa largo prendendo di mira i manifestanti più pittoreschi.