L’accusa è di quelle particolarmente pesanti e il processo è più che mai delicato. Due educatrici del Comune di Perugia sono infatti a processo per abuso dei mezzi di correzione e per false attestazioni. La vicenda, riportata oggi da Il corriere dell’Umbria, è relativa a una scuola dell’infanzia di Perugia e ieri mattina, nell’aula del giudice Cavedoni sono state ascoltate le funzionarie comunali che si occuparono del procedimento disciplinare a carico delle due donne.
Una di loro ha spiegato che tutta la vicenda partì su un doppio binario: l’esposto di alcune colleghe insegnanti e quello di alcuni genitori che lamentavano comportamenti pesanti da parte di alcune insegnanti nei confronti dei loro figli piccoli che non volevano più tornare all’asilo o, in altri casi, si rifiutavano di disegnare perché la maestra aveva detto loro che erano degli incapaci. Pianti prima di dover entrare a scuola, incubi notturni e racconti dei piccoli avevano persuaso alcuni genitori a fare una segnalazione in Comune. Di lì l’attivazione della commissione disciplinare che, all’esito della sua istruttoria aveva inviato gli atti alla Procura della Repubblica. E, secondo l’accusa, le due maestre sono responsabili di aver in qualche modo maltrattato (non fisicamente) i bambini, e di aver attestato falsamente la presenza di una delle due a un evento formativo quando invece il suo badge sarebbe stato strisciato da qualcun altro. All’esito dell’istruttoria, le due maestre vennero sospese per un periodo di tempo e poi sono rientrare in servizio con altre mansioni in altri plessi e uffici.
La decisione eventuale del licenziamento era stata rinviata all’esito del procedimento penale che dopo ieri mattina, prevede altre due udienze tra ottobre e febbraio. Le imputate sono difese dall’avvocato Francesco Falcinelli, mentre una sola famiglia ha deciso di costituirsi parte civile, con l’avvocato Maria Mezzasoma.