Il 1° luglio 2019 la Soc. ACEA Ambiente s.r.l., proprietaria della discarica di Le Crete di Orvieto, ha richiesto alla Regione Umbria l’Autorizzazione Integrata Ambientale (A.I.A.) per un progetto di fattibilità per la realizzazione di un impianto per il trattamento in sito (quindi nell’area occupata dalla discarica delle Crete) del percolato, «il liquido che si forma in una discarica di rifiuti e che è fortemente contaminato da sostanze, sia organiche sia inorganiche, provenienti dall’azione solubilizzante esercitata da acque di varia origine (per es., acque meteoriche di infiltrazione) sui rifiuti stessi» (Enciclopedia Treccani).
Come abbiamo più volte denunciato, la discarica di Le Crete non solo non ha, come dovrebbe avere, una fascia di rispetto tutto intorno al perimetro larga due chilometri, così da salvaguardare da possibili contaminazioni le coltivazioni di pregio, ma le vigne dell’Orvieto DOC si trovano ad appena 28 metri.
È di tutta evidenza che, nel malaugurato caso di fuoriuscite del percolato durante il trattamento, quest’ultimo potrebbe intossicare i terreni circostanti e le stesse vigne dell’Orvieto DOC. Se poi dovesse raggiungere il fiume Paglia, che lambisce la discarica, i problemi sarebbero ancora più seri. Il fiume Paglia, già inquinato da mercurio e da metilmercurio, è un affluente del fiume Tevere, quindi le materie inquinanti potrebbero arrivare a Roma e nel Mar Tirreno.
Ricordiamo che Roberta Tardani nel 2012, quando era vicesindaco di Orvieto, firmò l’autorizzazione all’ampliamento della stessa discarica. Nel suo programma, però, ha chiaramente detto di «rifiutare l’idea che Orvieto diventi discarica regionale» e di «aprire un confronto costruttivo e trasparente con ACEA per valorizzare al meglio i rifiuti tenendo saldamente al centro del confronto i valori ambientali e paesaggistici di questo territorio».
Chiediamo quindi al Sindaco cosa intenda fare nei confronti di un impianto di trattamento del percolato, che si configura come un ulteriore ampliamento della discarica delle Crete, che va decisamente contro la vocazione del territorio orvietano e dei suoi valori ambientali e paesaggistici.
Invece di ampliare la discarica il Sindaco dovrebbe: a) provvedere alla perimetrazione della discarica con la fascia di rispetto e di salvaguardia di 2 chilometri dalle coltivazioni di pregio; b) cambiare la destinazione d’uso al terzo calanco, pericolosamente individuato come possibile area di espansione della discarica delle Crete; c) richiedere, come ha fatto quando era all’opposizione, la verifica con georadar per conoscere cosa è stato depositato in discarica.