Oltre 1.200 prodotti software 'pirata' sequestrati, 71 responsabili aziendali denunciati per violazione delle norme sul diritto d'autore, sanzioni amministrative per circa 4 milioni di euro. E' il bilancio dell'operazione “Underlicensing 2” condotta in tutta Italia dalla Guardia di finanza, con i vari Comandi provinciali coordinati dal Nucleo Speciale Tutela Proprietà Intellettuale.
Le ispezioni hanno riguardato le sedi di 116 aziende operanti per lo più nel settore della progettazione industriale ed edile: è emerso che il 57% utilizzava software illegali, percentuale questa addirittura superiore alle giò non incoraggianti stime dell'ultima Global software survey di Bsa, diffusa lo scorso maggio a livello mondiale, che assegnava all'Italia un tasso di pirateria in calo e collocato al 45%, con tassi di irregolarità molto differenti tra le varie aree geografiche. Da quell'indagine, infatti, più della metà degli imprenditori controllati nel nord del Paese risulta non in regola; la percentuale sale ulteriormente al sud, dove, per ogni 4 imprese, 3 risultano irregolari, mentre al centro il 64% degli imprenditori ha regolarmente acquistato ed utilizza software originali. Varie, in qualche caso “pittoresche”, le reazioni avute dai contribuenti al momento del controllo, affidato anche agli “specialisti” dislocati presso ogni Nucleo di Polizia Tributaria ed appositamente formati quali “Cfda – Computer forensics data analysis”, esperti cioè nell'esaminare e rilevare anche i contenuti più nascosti nelle memorie virtuali dei supporti informatici. “C'è stato – ricordano gli investigatori – chi ha cercato, in qualche modo, di cancellare le 'tracce' dell'illecito, con un maldestro tentativo di intervento, da remoto, sulle macchine oggetto di ispezione per rimuovere i programmi illeciti, proprio mentre i militari procedevano all'acquisizione dei contenuti software del computer e chi ha provato a giustificarsi riversando le responsabilità su un imprecisato numero di 'praticanti' che si sono succeduti in azienda e che in autonomia avrebbero installato il software illegale”.
La legge a protezione del diritto d'autore prevede, in aggiunta alla violazione penale, una contestazione di natura amministrativa pari al doppio del valore di mercato del software illegale: il valore commerciale dei prodotti sequestrati ammonta a circa 2 milioni di euro per cui imprenditori e manager “pirati” si sono visti contestare sanzioni amministrative pari a circa 4 milioni. “Evidentemente i comportamenti illegali sono ancora piu' radicati nel costume nazionale di quanto pensiamo – ha ammesso la Bsa, The Software Alliance Italia, che rappresenta i produttori mondiali di software -. Ancor più vitale, in questo preoccupante scenario, il capillare lavoro di contrasto all'illegalita' svolto dalla Guardia di finanza a difesa dello Stato e delle imprese oneste. E' doloroso dover pensare che una cultura della legalita' nel nostro Paese si possa ottenere solo attraverso l'enforcement, ma i risultati di 'Underlicensing 2' ci inducono ad auspicare che la Guardia di finanza non allenti la pressione sul malcostume”.