Il premier Giuseppe Conte ha rassegnato ufficialmente le sue dimissioni.
“Ringrazio ogni singolo ministro, per ogni giorno di questi mesi insieme”, ha detto Conte durante l’ultimo Consiglio dei ministri dell’esecutivo giallorosso, incontro seguito dalla salita al Colle. Conte si è poi recato in Senato e alla Camera per comunicare ai deu presidenti, Elisabetta Casellati e Roberto Fico, di aver rimesso il mandato al presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che dovrà avviare le consultazioni lampo con tutte le forze politiche.
Le soluzioni alla crisi di governo sono un eventuale reincarico del Presidente uscente per un “Conte-ter”, cosa che auspicano Pd, Movimento 5 Stelle e Leu, o, nel peggiore dei casi, lo scioglimento delle Camere.
Il Movimento Cinque Stelle ha definito il passaggio a un Conte ter “inevitabile” e “l’unico sbocco di questa crisi scellerata”. “Un passaggio necessario – prosegue una nota dei capigruppo pentastellati – all’allargamento della maggioranza”. Favorevole anche il segretario del PD Zingaretti, che su Twitter ha scritto: “Con Conte per un nuovo Governo chiaramente europeista e sostenuto da una base parlamentare ampia, che garantisca credibilità e stabilità per affrontare le grandi sfide che l’Italia ha davanti”.
Silvio Berlusconi continua invece a sostenere che la soluzione sia: “rimettere alla saggezza politica e all’autorevolezza istituzionale del Capo dello Stato di indicare la soluzione della crisi, attraverso un nuovo governo che rappresenti l’unità sostanziale del paese in un momento di emergenza oppure restituire la parola agli italiani”.
Da domani pomeriggio, mercoledì 27 gennaio, sarà il momento delle consultazioni per la formazione del nuovo governo, dopo la cerimonia per il Giorno della Memoria prevista in mattinata.