Per il Direttivo Regionale Ecologisti Democratici e Dipartimento economia PD Umbria, Maurizio Staffa e Lorena Pesaresi hanno inviato il seguente comunicato: ” Il Consiglio Comunale di Bevagna (maggioranza PD), ha approvato nei giorni scorsi, previo parere favorevole della Commissione per la qualità architettonica e del paesaggio, un ampliamento, per oltre 2,5 milioni di metri cubi di inerti da estrarre (8 ettari di terreno), della Cava storica di Bevagna posta a ridosso del Centro storico della città, e con relativa variante al PRG resasi necessaria per trasformare l’area interessata, classificata “agricola di pregio”, in area da destinare a attività estrattiva. Gli Ecologisti democratici dell’Umbria hanno appreso con stupore tale decisione visto che sia livello nazionale che regionale, sembrava ormai assodato l’indirizzo del Governo e del Parlamento con tanto di leggi sulla riduzione di consumo di suolo e sulla valorizzazione delle bellezze storiche, ambientali e del paesaggio, come volano strategico per le politiche economiche, turistiche e ambientali del Paese e delle città. L’associazione ECODEM prende le distanze da tale scelta politica per la superficialità dimostrata, oltre che per non aver seguito le più basilari regole della partecipazione cittadina, anche e soprattutto per i rischi di grave impatto ambientale, rifiutando ancora una volta la logica della politica delle Varianti, a tutti i costi, ai Piani Regolatori, per l’esercizio dell’attività estrattiva. Gli ecologisti democratici si domandano anche se siano state effettuate le necessarie analisi quantitative del fabbisogno regionale di inerti (vedi legge regionale sulle cave), in considerazione del fatto che la ormai decennale crisi del settore edilizia e dell’indotto, non alimenta di certo il fabbisogno di nuova attività estrattiva, né nel territorio regionale dell’Umbria né in quello nazionale, quanto piuttosto un freno. Pur consapevoli, dell’importanza che riveste una tale attività per l’economia in generale, gli ecodem dell’Umbria, ritengono che si continui solo a predicare bene e a “razzolare male”. Che si continui a sbagliare orizzonte oltre che un approccio sostenibile nelle modalità di governo dell’ambiente e di controllo del territorio. Politiche fondamentali queste che oggi devono essere improntate al concetto del limite delle risorse, all’ottimizzazione e razionalizzazione degli sfruttamenti di suolo anche nelle attività di cava, attraverso modalità e tecnologie che consentono oggi di operare sicuramente in maniera migliore di come ha fatto il Comune di Bevagna e attraverso politiche vere, e non fumose, volte alla sostenibilità della qualità ambientale, sociale ed economica di una comunità.”.