Di Ciuenlai – L'Assessore Bartolini l'ha promesso e, sicuramente sarà di parola.
La vicenda che ha caratterizzato la crisi della Giunta Regionale, quella della rotazione dei direttori considerato “elemento essenziale di novità e di cambiamento” , dovrebbe trovare posto nell'ordine del giorno della prossima riunione dell'esecutivo. Si tratterà di una “Giunta politica” (quella alla quale non sono ammessi i funzionari), la seconda , per la verità, dopo che la prima, che si sarebbe svolta una decina di giorni fa, non aveva dato alcun esito.
Sul tavolo dovrebbero essere presentate due ipotesi di lavoro. La prima è una specie di riorganizzazione dei servizi per l'istituzione della nuova figura di Direttore Generale della Presidenza che ha un percorso obbligato con tanto di trattativa sindacale e provvedimento legislativo con relativo passaggio in Consiglio. Una soluzione che ha già un ostacolo. La nuova figura non piace e nei corridoi di palazzo Donini si parla apertamente di ricorsi pronti “contro l'attribuzione di poteri in contrasto con le responsabilità esclusive contenute nel contratto sottoscritto”. La seconda potrebbe prendere in considerazione la rotazione in occasione della verifica dell'operato della dirigenza che dovrà avvenire a novembre.
Questa ipotesi, appare la più difficile delle due. Effettuare movimenti dopo pochi mesi dalla nomina non può prescindere da un giudizio negativo o non del tutto positivo, sull'operato di qualcuno degli apicali. Francamente è impensabile che la Governatrice possa “scaricare” in questa maniera un personaggio che ,l'ha sempre appoggiata come Orlandi. Non è nel suo stile e sarebbe in contrasto con la “coerenza” di posizione, tenuta in tutta la vicenda. Per di più, anche questa “scorciatoia” si potrebbe trovare di fronte a ricorsi di carattere giudiziario.
E' probabile che la prima soluzione abbia “più filo da tessere”. La ragione? Consente a tutti di prendere tempo. Per completare quel percorso gli esperti valutano che difficilmente si andrà sotto i 12 mesi. E da qui a un anno – dice il saggio – potrebbe essere cambiato il mondo. Comunque, nonostante la situazione sia ingarbugliata, non si registrano tensioni . Bartolini continua a garantire che l'accordo tra le due parti del Pd verrà onorato e Barberini a ripetere che “non c'è altra strada all'infuori di quella”.
La maggioranza pensa che, dopo il terremoto, un'altra clamorosa rottura sarebbe difficile da capire e, soprattutto, da gestire. Non per qualcuno, per tutti! E poi c'è un calendario che consiglia prudenza. A novembre c'è il referendum e , subito dopo, si comincia con i congressi. In politica le priorità cambiano in fretta. E a Settembre 2017 potrebbe anche risuonare la classica domanda manzoniana “Orlandi, chi era costui?”.