Di Ciuenlai – La nuova rottura che ha inasprito la crisi della Giunta Regionale sembra nascere da una mutazione genetica dei compiti e dei protagonisti della politica.
Se esaminiamo il diario di questi giorni salta immediatamente all'occhio che le spaccature più profonde sono avvenute in prossimità del traguardo. Come se ci fosse qualcosa o qualcuno che ha il potere di mettere veti, di intervenire dall'esterno, di distruggere, in caso di mancato gradimento degli accordi, tutto il lavoro di mediazione faticosamente fatto, per tornare sempre alle decisioni di partenza. C'è chi indica questo fattore come il trionfo della tecnocrazia, che da Bruxelles sarebbe sceso fin dentro i nostri palazzi (pardon palazzetti) del potere.
Intendiamoci, con questo termine non si intende il dominio dei tecnici nudi e puri, ma di una specie di casta protetta, formata anche da personaggi che hanno avuto a che fare con la politica attiva, che piano , piano hanno soppiantato e soggiogato la politica ufficiale. Cerco di spiegare il concetto con una battuta di un membro della Direzione Regionale del Pd :”Ma a questo punto, è Orlandi un uomo di fiducia della Marini, o la Governatrice è donna di fiducia di Orlandi?”. Chiarito che “ogni riferimento a fatti e persone è puramente casuale”, Il dubbio, sul piano generale, viene perchè una simile disputa, in altri tempi, avrebbe impegnato non più di una mattinata, prima di trovare una soluzione soddisfacente e duratura.
Invece adesso si assiste a questo snervante “stop and go”, che non ha per niente i crismi della normalità. Da qui il sospetto di interventi fuori dal quadro ufficiale. Ed è un sospetto suffragato dal sistema che si è andato affermando in questo 'ultimo periodo. Se fate caso al quadro generale scoprirete che questa fitta rete di persone è quella che gestisce e decide veramente sulle sorti del potere locale e sulla nostra vita di tutti i giorni. Sono loro che dall'alto di enti, strutture e aziende, organizzano, sono loro che spendono i soldi a disposizione, sono loro che assumono e licenziano personale, che fanno le gare d'appalto per gli affidamenti esterni, che decidono se e come tagliare i servizi. E lo fanno in una situazione nella quale la politica ufficiale, in mancanza di progetti generali, in mancanza di valori unificanti capaci di cementare e dare forza unitaria ai partiti, è potenzialmente soggetta all'influenza di questa particolare forma di governo dei non eletti. Non è un caso che da almeno 15 anni girano sempre le stesse persone.
La rotazione, tanto osteggiata, esiste già, ma è tra di loro. Una volta sono Direttori generali, un'altra Direttori Sanitari o Amministrativi, una volta a Sviluppumbria e un'altra a Gepafin, una volta ai trasporti e l'altra all'ambiente. Negli anni si é come creato un sistema collaudato, nel quale però gli apicali stanno diventando quelli che chiamiamo per comodità tecnici. E' stato detto in queste ore a conferma di questa tesi : “I politici si dilettano a fare i pettegolezzi per Corso Vannucci, ma le cose vere tocca a noi studiarle, gestirle, risolverle e deciderle”. Tanto per far capire a tutti chi da le carte dalle nostre parti.
Eppure qualche segnale si poteva dare.La Regione aveva la facoltà di scegliere tra quasi 100 dirigenti e tra 118 Curriculum di manager sanitari. Salvo qualche opzione venuta dalla Toscana, si è ancora optato per quelli di prima. E' un caso? E' un caso che alcuni di loro vengano difesi a spada tratta, con tanto di nomi e cognomi, da illustri esponenti politici ufficiale , nel corso (udite ,udite!) di manifestazioni pubbliche? No non è un caso, è una prova ulteriore che il potere di chi dovrebbe comandare è sempre più di forma e sempre meno di sostanza. A riprova che questa è, ogni giorno di più, la Repubblica dei nominati e sempre meno quella degli eletti.