Sono oltre mille tra docenti e personale Ata, che ieri si sono presentate agli ambulatori mobili organizzati dalla Regione per effettuare il test sierologico Covid 19.
Come riferisce oggi Il Corriere dell’Umbria, tra questi sono circa 5 ad essere risultati in possesso degli anticorpi al Coronavirus. Ora verranno sottoposti anche a tampone faringeo per verificare il dato e per capire se l’infezione è ancora presente o, già passata.
L’adesione, per essere stato il primo di molti giorni in calendario per poter fare il test, è stata incoraggiante: la potenziale platea a cui è rivolto il servizio conta infatti circa 15 mila persone. Il tutto infatti avviene su base volontaria come ha stabilito il governo. E, in Umbria, a differenza che nelle altre regioni, si fa nei distretti e non dai medici di famiglia. Basta presentarsi nei punti allestiti in tutta la regione con un’autocertificazione e fare il test. Da ieri al 29 si potrà presentare chi rientra in servizio il 1 settembre; nelle settimane dal 1 al 12 settembre sarà la volta del personale che rientra il 14 settembre. I prelievi potranno essere fatti nei prossimi dieci giorni. L’obiettivo, evidente, è avere un quadro, il più esatto possibile della situazione a scuola. Intanto, ieri mattina gli assessori Paola Agabiti e Enrico Melasecche hanno avuto un incontro in Regione sulla questione, niente affatto secondaria per una ripresa senza problemi, dei trasporti scolastici. E, a questo proposito, gli assessori dicono: “Dopo che solamente in data 7 agosto il Governo ha provveduto ad emanare le linee guida relative alla questione trasporti, la competente Direzione regionale si è attivata nei confronti dell’azienda affidataria del servizio, affinché venisse effettuata un’analisi della situazione e delle possibilità operative compatibili con le linee guida del Governo. A seguito dell’incontro di questa mattina avvenuto presso l’assessorato ai trasporti, la Regione ha già dato indicazioni organizzative che, rispondendo alle aspettative delle famiglie e delle autonomie, garantiranno il mantenimento degli orari di ingresso e di uscita abituali, salvo evidentemente specifiche richieste che dovessero pervenire. Una scelta nell’esclusivo interesse dei ragazzi e delle famiglie, rispetto alla quale la Regione si farà carico dell’inevitabile aumento dei costi, dovuto essenzialmente all’aumento delle corse necessarie per garantire il distanziamento e il trasporto in sicurezza degli studenti”. “Per quanto riguarda l’adeguamento degli spazi in funzione del distanziamento richiesto dalla didattica in presenza – specificano gli assessori -, il Governo ha intrapreso la strada del rapporto diretto con Comuni e Province senza il coinvolgimento delle Regioni”.