La lotta al Coronavirus in Umbria fa registrare dati interessanti e incoraggianti. Domenica 19 aprile è stato il primo giorno in cui la differenza fra i casi positivi e il numero dei guariti è risultato pari a zero.
“La maggior parte delle regioni ha ancora una crescita settimanale dei casi del 5-6%, è una percentuale ancora troppo elevata”, come sottolineato dal presidente Nino Cartabellotta. Che ha poi aggiunto che queste due settimane prima di arrivare alla fatidica data del 4 maggio dovrebbero essere utilizzate al meglio per scrivere il piano del come ripartire e dunque definire nei dettagli la fase 2.
Cartabellotta, ospite del programma radiofonico 24 Mattino su Radio24, ha tenuto a precisare che “la situazione lombarda non è allegra. Ci sono province che non teniamo in considerazione perché hanno un numero di casi molto basso come Sondrio, Varese, Como e Mantova, ma hanno percentuali di incremento molto elevate e queste ovviamente rischiano, nelle settimane successive, di aumentare il numero dei casi assoluti, ospedalizzati, e terapie intensive”. Più sicure sarebbero la Sardegna, l’Umbria e le Regioni del Sud Italia.
Eccezione fatta per la Puglia.
In sostanza in questo momento solo in Umbria l’epidemia di Covid-19 sembra abbastanza sotto controllo da permettere l’avvio di una ‘fase 2’.
E’ la conclusione a cui è arrivata la Fondazione Gimbe, che ha elaborato un modello, basato sulla prevalenza e sull’incremento percentuale dei casi totali, per mappare e monitorare l’evoluzione del contagio e fornire uno strumento univoco per informare le decisioni di Governo e Regioni.
Il modello ha diviso le regioni italiane in quattro categorie, contrassegnate da un colore diverso a seconda della gravità della situazione. Dall’eloborazione dei dati degli ultimi 7 giorni emerge che gli incrementi percentuali contagi ancora alti in quasi tutte le altre regioni.
“Le regioni del Nord si posizionano quasi tutte nei due quadranti di destra (rosso, giallo) per l’elevata prevalenza, ma presentano diversi valori di incremento percentuale: dal 12,2% di Lombardia ed Emilia-Romagna al 26,4% del Piemonte, il Veneto. Il Friuli-Venezia Giulia si colloca invece nell’area verde – scrive il Gimbe -. Le regioni del Centro si collocano quasi tutte nei due quadranti di sinistra (arancione, verde) con incrementi percentuali che vanno dal 2,2% dell’Umbria al 18,8% del Lazio. Le Marche si collocano invece nell’area gialla. Le regioni del Sud, isole incluse si trovano tutte nel quadrante verde, ad eccezione della Puglia che si posiziona nel quadrante arancione con un incremento percentuale del 18,1%”.
“Dal grafico risulta che la situazione non è rassicurante”, conclude il presidente della Fondazione Nino Cartabellotta. “Gli incrementi percentuali negli ultimi 7 giorni sono ancora molto elevati – spiega – anche nelle regioni che si trovano nel quadrante verde, fatta eccezione per l’Umbria”.