C’era anche una famiglia di Foligno a Wuhan, città focolaio del coronavirus, rientrata in Italia con un aereo militare e dunque sottoposta anche lei a un regime sanitario in Italia, in un luogo dedicato, nella struttura militare della Cecchignola.
I nostri connazionali erano a bordo di due pullman militari. Sia il personale sanitario, sia i soldati a bordo, sia i passeggeri indossavano mascherine e occhiali protettivi. Il gruppo è arrivato intorno alle 13.20 alla città militare della Cecchignola. Il gruppo sarà tenuto in isolamento nella struttura per almeno 15 giorni, assistito e monitorato dall’equipe medica dello Spallanzani.
In quarantena, per motivi precauzionali, anche se nessuno di loro presenta i sintomi della malattia. Una decina di italiani ha però deciso di restare a Wuhan.
Dei Folignati si apprende che si tratta di una famiglia composta da genitori e due figli a cui si aggiunge un fratello della mamma. Questo zio sarebbe dovuto ritornare a Foligno ma non gli è stato possibile per le misure di restrizione che sono state attivate. Rgunotizie scrive che «stanno bene».
Nel complesso della Cecchignola, alla periferia sud di Roma, ci sono una sessantina di stanze allestite per 105 posti letto. Ogni stanza è di complessivi 16-20 metri quadrati, con letto, un tavolino, la tv, il computer, il telefono e il suo bagno.
I medici del ministero, vestiti con tute di protezione, capo coperto e guanti, andranno a visitarli in stanza 3 volte al giorno, misureranno la temperatura, i parametri vitali, ascolteranno loro il torace. Ad ogni visita, tutto nuovo: tuta, guanti e mascherina. Sono presenti all’interno della struttura miliare anche delle camere di isolamento. Gli italiani si nutriranno con catering monoporzione nelle proprie stanze e il cibo avanzato verrà distrutto. Anche i militari che opereranno all’interno del centro dovranno restare lì durante tutto il periodo di quarantena.