Ristoro, ovvero risarcimento, per tre mensilità di affitto per tutte le imprese in crisi che abbiano registrato un calo di fatturato. Ne ha parlato il ministro dell’Economia e delle Finanze Roberto Gualtieri alla Camera.
Tale misura, studiata per venire incontro alle imprese schiacciate dal peso del lockdown dovuto alla pandemia di Covid-19, dovrebbe essere inserita nel prossimo decreto (il cosiddetto “decreto aprile”, che oggi è più opportuno chiamare “decreto maggio”).
Così ha parlato Gualtieri: si prevede “un ristoro integrale del costo sopportato per tre mesi per l’affitto di tutte le imprese, di qualsiasi natura e dimensioni, che abbiano subito un calo del fatturato”. Tale misura, stando alle dichiarazioni, verrà accompagnata dall’eliminazione degli oneri fissi per le bollette.
Come verrà erogato il rimborso?
Attraverso «un contributo diretto a fondo perduto che intendiamo modulare e che raggiungerà cifre significativamente maggiori di quelle di altri Paesi, perché sarà modulato alla perdita di fatturato, un minimo per tutte le imprese con possibilità di arrivare anche a cifre più consistenti», spiega Gualtieri.
Quando arriverà il ristoro dei tre mesi di affitto alle imprese?
«L’obiettivo è questa settimana, io spero già nella metà di questa settimana di poter varare questo decreto e realizzare queste ulteriori misure così importanti e urgenti», ha dichiarato il ministro alla Camera nel corso della sua audizione odierna, aggiungendo che «è saggio per non ritrovarci nella situazione di prendere misure che poi non rientrano nel nuovo Temporary framework o di non usare a fondo gli spazi».
Ad anticipare tale novità era stata due giorni fa Laura Castelli, viceministro dell’Economia, che ha specificato come tale aiuto sarà rivolto a tutte le attività, non solo ai negozi, e che si tratterà di un credito vantabile dalle imprese e cedibili al sistema bancario.
Governo prevede anche l’eliminazione degli oneri fissi sulle bollette
Oltre al ristoro delle suddette tre mensilità di affitto dei locali delle attività compite dal coronavirus, Gualtieri ha inoltre specificato che si va verso “l’eliminazione degli oneri fissi per le bollette”.
Il ristoro integrale, sotto forma di credito d’imposta al 100%, del costo sostenuto per 3 mesi per gli affitti di tutte le imprese, indipendentemente dal settore d’appartenenza o dalla dimensione prevede un unico vincolo: le imprese devono aver subito perdite di fatturato a causa dell’emergenza Coronavirus.
Ma la partita della maxi-manovra rimane da giocare fino all’ultimo momento dentro la maggioranza: i nodi da sciogliere – al centro di un summit notturno a Palazzo Chigi col premier Giuseppe Conte e i capi delegazione – vanno dalle coperture della cassa integrazione all’assegno unico per i figli e alla regolarizzazione degli immigrati.
Il ristoro degli affitti dovrebbe costare circa 1,7 miliardi. Mentre 600 milioni saranno destinati alla riduzione degli oneri delle bollette commerciali, portando per tre mesi la potenza delle utenze a 3 chilowattora: di fatto una sorta di azzeramento del costo per l’impresa. Nel decreto dovrebbero poi essere rafforzati eco-bonus e sisma-bonus, dando la possibilità ai contribuenti di usufruire dello sconto in fattura e della cessione del credito al sistema bancario.
Ma sull’intervento dello Stato è duello tra Gualtieri e i renziani e Patuanelli e i grillini. Lo schema Patuanelli, prevede, infatti, l’ingresso pubblico nel capitale per quelle di medie dimensioni tra i 5 e i 50 milioni di fatturato annuo, e l’intervento di Cdp per le aziende di maggiori dimensioni, oltre 50 milioni di fatturato. E nonostante il ministro dello Sviluppo faccia assicurazioni («Non vogliamo sovietizzare il nostro sistema produttivo»), il collega Gualtieri (come i renziani) ha escluso l’intenzione “di nazionalizzare le Pmi o intervenire nella loro governance”.