Uno dei dati che sta emergendo in maniera chiara studiando il Coronavirus è che gli uomini sarebbero i più a rischio di morte.
Secondo le prime analisi il tasso di mortalità degli uomini sarebbe decisamente più alto rispetto a quello delle donne.
In Italia gli uomini rappresentano il 71% dei decessi da Coronavirus, in Spagna i maschi deceduti sono praticamente il doppio delle femmine. Numeri che hanno allarmato la comunità scientifica e che hanno messo in moto una varietà di ricerche di risposte plausibili.
Ultimo uno studio condotto negli Stati Uniti dal Montegiore Health System e dall’Albert Einstein College of Medicine, in collaborazione con l’ospedale di Malattie infettive Katsurba a Mumbai, in India, potrebbe aver fornito una risposta, individuando nei testicoli la “causa” della letalità del nuovo virus sui maschi.
Per i ricercatori le ghiandole sessuali maschili, in caso di contagio, costituirebbero il luogo ideale in cui si rifugia il Covid-19 quando si trova sotto attacco. Una sorta di “fortezza” tutta maschile, visto che le ovaie delle donne, a differenza dei testicoli, non hanno la proteina ACE2, il recettore a cui il nuovo virus si lega per invadere le cellule umane.
La spiegazione degli studiosi è che il nuovo virus entri nel corpo degli uomini anche attraverso i testicoli, dove resterebbe più protetto dalla reazione del sistema immunitario.
La ricerca è stata pubblicata su MedRxiv, la piattaforma sulla quale, in queste settimane, gli scienziati di tutto il mondo si scambiano informazioni utili sul Covid-19.
Le prime reazioni degli esperti nello stesso campo sembrerebbero accettare come possibile la nuova teoria.
Se la teoria espressa nello studio dovesse essere confermata da altre ricerche, potrebbe nascere il quesito legato all’eventuale trasmissione sessuale del Covid-19.
Aditi Shastri, oncologa e autrice del saggio insieme ai professori di biologia Amit Verma, Ulrich Steidl e alla microbiologa Jayanthi Shastri, ha quindi ammonito: “Dovrà essere preso in considerazione che il virus possa essere secreto nel liquido seminale”.
Il che aprirebbe un altro (importante) interrogativo sulle modalità di prevenzione.