I carabinieri del Nas hanno hanno effettuato intensi controlli presso alcune strutture socio-sanitarie e ricettive che ospitano anziani in Umbria.
Gli uomini coordinati dal comandante Giuseppe Schienalunga hanno ispezionato decine di case di riposo e comunità alloggio, e per un paio di queste sono in corso ulteriori accertamenti sulla effettiva regolarità del personale e sugli aspetti relativi alle autorizzazioni.
Alcune avevano ampliato la propria struttura in maniera abusiva in modo da accogliere più ospiti rispetto al consentito. L’operazione ha fatto emergere una situazione piuttosto diffusa visto che è risultata non in regola una struttura su cinque.
L’operazione si è svolta contemporaneamente in tutta Italia ed è volta a verificare che le condizioni igienico sanitarie e terapeutiche siano effettivamente idonee e nel pieno rispetto della legge.
Sta di fatto che la situazione in Umbria non sembra essere per nulla incoraggiante. Otto strutture (tra Perugia e Terni) sono risultate irregolari principalmente sotto due profili: il fatto di ospitare anziani non autosufficienti pur non avendo le caratteristiche per farlo e alcune carenze sotto il profilo della sicurezza alimentare nelle cucine.
Proprio per il primo aspetto 5 persone sono state denunciate all’autorità giudiziaria.
Inoltre sono state elevate sanzioni amministrative per la violazione di norme igienico sanitarie.
Nessun caso particolarmente allarmante o eclatante è comunque emerso dai controlli, come ha spiegato il comandante dei Nas dell’Umbria Marco Vetrulli.
Alcuni degli anziani ospitati nelle strutture a loro non adeguate sono stati trasferiti nelle abitazioni delle famiglie in attesa che Asl e Regione trovino dei luoghi a loro idonei, vale a dire residenze protette dotate di medici e operatori sanitari.
AGI – Mancata assistenza, veri e propri casi di abbandono, falsi infermieri, stanze sovraffollate, topi nelle cucine. E’ un vero e proprio ‘catalogo degli orrori’ quello censito dal 14 al 16 agosto dai Carabinieri del Nas impegnati nella tutela degli anziani: i militari hanno ispezionato in tutta Italia 265 strutture e centri dedicati all’accoglimento e all’assistenza, individuandone 51 con irregolarità, pari al 19% degli obiettivi.
Nel corso dei controlli sono state rilevate situazioni “penalmente rilevanti” che hanno portato alla denuncia di 14 tra gestori e operatori, mentre altri 41 sono stati segnalati all’autorità amministrativa e sanitaria e contravvenzionati con sanzioni pecuniarie per un ammontare di oltre 68 mila euro.
A causa delle gravi carenze strutturali ed igieniche sono stati disposti provvedimenti di chiusura o sequestro delle attività per due strutture, una risultata abusiva e l’altra “gravemente deficitaria in materia sanitaria ed edilizia” e priva di garanzie di sicurezza a favore degli ospiti.
Per un’ulteriore Rsa è stata invece disposta l’immediata sospensione dell’attività di preparazione dei pasti a causa di una infestazione di roditori nelle aree destinate alla conservazione e alla lavorazione degli alimenti.
Il monitoraggio è stato elaborato dal Comando Carabinieri per la Tutela della Salute, d’intesa con il ministero della Salute, “in concomitanza con il periodo di maggiore intensità vacanziera della stagione estiva, allorquando si registra un aumento della presenza di anziani nei centri di ricovero, con potenziale rischio di diminuzione del livello di erogazione dei servizi e situazioni di abbandono”.
A tali finalità si sono aggiunte “le verifiche circa l’applicazione delle misure di prevenzione dal Covid-19 e contenimento alla diffusione epidemica e l’adozione dei dispositivi di protezione da parte degli operatori”.
Sotto la lente dei controlli sono finite tutte le tipologie di centri dedicati all’assistenza ed ospitalità degli anziani e delle fasce deboli della popolazione (portatori di handicap, persone non autosufficienti, pazienti in riabilitazione), quali le residenze assistenziali assistite (Rsa), le strutture ad orientamento sanitario-riabilitativo, le case di riposo, le comunità alloggio e le case famiglia.
I Carabinieri hanno rilevato episodi di mancata assistenza e abbandono di anziani, specie non autosufficienti. Ulteriori infrazioni penali hanno riguardato l’esercizio abusivo della professione sanitaria, l’uso di falsi titoli professionali di infermiere ed operatore socio-assistenziale nonché la presenza di personale privo di adeguata preparazione professionale.
Una parte ulteriore di contestazioni riguarda “violazioni amministrative relative ad inadeguatezze strutturali, gestionali ed autorizzative, quali la presenza di un numero superiore di anziani rispetto al limite previsto e l’uso di spazi e stanze inferiori a quelle minime previste”. Contestate anche violazioni attinenti il rispetto della normativa di sicurezza dei luoghi di lavoro e in materia di autocontrollo e di igiene alimentare.
Il Nas di Alessandria ha scoperto un’abitazione trasformata in una attività socio sanitaria assistenziale senza alcuna autorizzazione: nell’edificio erano presenti 8 anziani, tre dei quali non autosufficienti, lasciati senza assistenza e cure adeguate. Il sindaco ne ha sospeso immediatamente l’attività.
A conclusione di accertamenti del Nas di Palermo su due comunità alloggio in provincia di Trapani è stato denunciato il legale responsabile delle strutture, per aver omesso di predisporre il documento relativo alla valutazione dei rischi all’interno dei luoghi di lavoro e omesso di comunicare all’autorità di polizia gli ospiti delle strutture. Militari del Nas di Bari, nel corso di un’ispezione presso una Rsa della provincia, hanno riscontrato all’interno del deposito di alimenti, direttamente comunicante con la cucina, la presenza di roditori e relativi escrementi: tutti gli ambienti adibiti alla preparazione dei pasti sono stati chiusi e il legale rappresentante denunciato.
In una comunità alloggio di Catania, autorizzata per 9 ospiti, sono stati trovati 12 anziani, metà dei quali non autosufficienti e bisognevoli di cure sanitarie non erogate in quella struttura. L’attività è stata messa sotto sequestro. Nell’ambito di ispezioni in provincia di Lucca, il Nas di Livorno ha accertato l’abusivo ampliamento della capacità ricettiva di due Rsa per numero sia di ospiti complessivi che di persone non autosufficienti, rispetto alle autorizzazioni rilasciate dai Comuni.