Duca, l’ex direttore generale del Santa Maria della Misericordia, è stato interrogato per diverse ore dai pubblici ministeri Paolo Abbritti e Mario Formisano ma probabilmente non ha ancora detto tutto quello che gli inquirenti si aspettano e che è emerso dalle intercettazioni.
Per fargli maggiori pressioni era stato chiesto al gip di infliggere all’imputato un altro mese di prigione per ‘ammorbidirlo’ e stesso trattamento per Maurizio Valorosi, il ‘compagno di merende’ nella Concorsopoli della sanità umbra che deve ancora riservare tante sorprese.
E forse qualche novità è scaturita da questo interrogatorio che aveva sollecitato lo stesso Duca per magari alleggerire la propria posizione chiamando in causa altri correi e fornire maggiori dettagli su come funzionava il sistema.
Se vuole uscire dagli arresti domiciliari l’imputato deve fornire prove, indicare circostanze e dire se ci sono stati passaggi di denaro, come del resto sta verificando la Guardia di finanza passando al setaccio conti correnti, cassette di sicurezza ed altri mezzi che la legge mette a loro disposizione.
Grazie a questo interrogatorio ed a quelli successivi si completerà il puzzle investigativo che vuole arrivare fino alla sorgente, vale a dire chi ha informato gli inquisiti delle indagini, di quali appoggi a livelli elevati hanno ricevuto e chi, anche tra le forze dell’ordine, si è lasciato corrompere.
Insomma siamo solo all’inizio di una lunga storia volta a bonificare la sanità umbra ma anche la politica.