Nell’ombra c’è chi si dà da fare perché tutto resti come prima continuare a coltivare relazioni con altre persone, soprattutto pubblici ufficiali, allo scopo di acquisire ulteriori notizie sulle indagini per ostacolare o impedire l’acquisizione di ulteriori fonti di prova”.
Di questo sono convinti i magistrati e lo hanno messo nero su bianco ricordando il ruolo dell’ex generale dei carabinieri Pasquale Coreno che mise al concorrente gli indagati delle intercettazioni in atto e come evitare di essere presi con le mani nel sacco.
E poi Domenico Francesco Oreste Riocci, brigadiere della Finanza in congedo, perché, su richiesta di D’Errico, “carpiva informazioni” sulle indagini a carico della dirigenza ospedaliera “sfruttando le proprie conoscenze presso la sezione di polizia giudiziaria della Procura”.
E ancora si è appreso dai telefonati clonati che c’è un luogotenente dei Nas Domenico Oristanio chiamato in causa per avere notizie sulle indagini.
Insomma è evidente che ci sono stati appoggi anche ai massimi livelli tra le forze dell’ordine perché Gianpiero Bocci aveva conoscenze consolidate nel tempo, da quando cioè frequentava Governo e Ministeri.
Venire a capo di tutto questo intreccio di malaffare non sarà né semplice né di breve durata e in molti si daranno da fare per metterei bastoni tra le ruote dei magistrati.