Adesione altissima allo sciopero, quasi al 100%, indetto dai sindacati nello stabilimento Colussi di Petrignano di Assisi, iniziato il 16 dicembre e sospeso il 10 gennaio.
Lo sciopero a oltranza di un’ora a turno era stato indetto come forma di protesta contro le nuove turnazioni, in virtà delle quali la linea passa da orizzontale a verticale, lavorando nella stessa catena e nella stessa postazione. Ma considerando che alcune linee lavorative funzionano sempre e altre invece si fermano la notte e/o fine settimana, alcuni lavoratori si ritrovano con turni peggiori di altri. Per questo i sindacati hanno chiesto verifiche continue per evitare disparità sulla turnazione lavorativa.
Le organizzazioni sindacali:
“Nello specifico, vogliamo ribadire che la trattativa con l’azienda su alcuni temi contestati dai lavoratori in assemblea, sono in essere già da prima dell’estate 2019 e nell’incontro del 7 ottobre scorso alla presenza delle segreterie nazionali, l’azienda si era presa l’impegno di dare risposte soddisfacenti alle richieste del tavolo, entro la fine di ottobre. Invece l’azienda, nonostante i ripetuti appelli fatti dalla stessa Rsu ad incontrarsi, ha risposto solo a cose fatte, presentando la turnazione. Nel frattempo ha fatto convivere i lavoratori con turni fortemente disagiati, unilateralmente decisi ed inoltre adottando una disomogeneità di trattamento in relazione ai turni notturni, riposi, lavoro domenicale ed anche in merito ai permessi L.104. Presentata definitivamente la turnazione aziendale, di fronte alla proposta della RSU di attuare alcuni miglioramenti per renderla più equa ed omogenea, tenuto conto della delicata fase di transizione che vive lo stabilimento, qualunque proposta indicata è stata respinta, definendo nei fatti immodificabile la turnazione presentata. Ci sono anche altri temi in discussione, in merito alla turnazione, la fase sperimentale, eventuale indennità disagio, la formazione, utilizzo della flessibilità e tempi di comunicazione. Gli altri argomenti su cui l’assemblea si è espressa riguardano la maggiorazione del turno notturno e PPO, sui quali, ci vorrebbero ulteriori approfondimenti, ma le distanze non sembrano incolmabili. Dovremmo in seguito verificare anche il mansionario a fronte della nuova impiantistica istallata ed i livelli di inquadramento fermi ormai da troppo tempo. I turni, invece, riguardano la vita quotidiana dei lavoratori e delle loro famiglie e come si sono affrontati fino ad oggi, non sono più condivisibili, e su questo argomento il sindacato è deciso nel voler trovare una soluzione condivisa ed equilibrata.
Se questo obiettivo di una più equa distribuzione del disagio fosse raggiunto, a nostro avviso, non solo ci sarebbe un miglioramento delle condizioni di lavoro, ma ne beneficerebbe di certo, anche la produttività aziendale. Questo dovrebbe far riflettere un po’ tutti, anche chi è alla guida di questa azienda dato che negli ultimi periodi, non ha di certo favorito un clima distensivo, ma nonostante la forte tensione in fabbrica, siamo convinti che se l’azienda con senso di responsabilità saprà affrontare la situazione senza provocare ulteriori strappi (ad esempio fissando una data per la trattativa), si potrebbe pensare di interrompere lo stato di agitazione durante la trattativa in questione e sottoporre l’esito del confronto ai lavoratori in assemblea”.
La replica dell’azienda:
“Il Gruppo Colussi esprime tutto il proprio disappunto per il proseguire dello sciopero nello stabilimento di Petrignano, una scelta che di fatto continua inspiegabilmente ad impedire la ripresa della trattativa sindacale. L’agitazione proclamata all’inizio di dicembre è incomprensibile rispetto alle finalità che dice di voler perseguire e completamente al di fuori di ogni regola di correttezza relazionale per le modalità ed i tempi con cui viene attuata. In nessuno degli undici stabilimenti del Gruppo – in Italia e all’estero – si è mai verificata una situazione di ingiustificata e irrazionale rottura a fronte di una trattativa in corso e con una distanza tra le parti “non incolmabile”, secondo la valutazione ed i comunicati del sindacato stesso. La mancata interruzione dell’agitazione impedisce di fatto la ripresa di una trattativa che era in dirittura d’arrivo su tutti i punti (Ppo, maggiorazione notturna e calendarizzazione della flessibilità) fatta eccezione per l’adozione del nuovo modello organizzativo, che è alla base del rilancio di Petrignano e per il quale sono già stati investiti dal Gruppo oltre 15 milioni di euro. Il nuovo modello, come illustrato negli incontri di gruppo ed individuali con i singoli lavoratori, ha alla base un programma straordinario di formazione e/o riqualificazione professionale, finalizzato a soddisfare i fabbisogni formativi individuali alla luce delle nuove esigenze tecniche, produttive ed organizzative. Con il nuovo modello organizzativo, si renderanno le persone capaci di lavorare sulla maggior parte delle posizioni della linea, permettendo al singolo lavoratore di variare la posizione con maggior frequenza rispetto a prima. I benefici sono molteplici e toccano molti aspetti: dal punto di vista fisico, per i movimenti sempre differenti, alla sicurezza, per la maggior attenzione legata alla non ripetitività dell’azione ma anche per una consapevolezza maggiore del lavoro. Tale organizzazione, inevitabilmente, porta ad una specializzazione per linea delle diverse squadre, rendendo impossibile una turnazione perfettamente simmetrica tra tutti i lavoratori. Tolta questa richiesta, che per motivi oggettivi non può essere pienamente accolta, su tutti gli altri punti l’azienda ha sempre mostrato piena disponibilità a venire incontro alle esigenze dei lavoratori. Anche sul tema turnazione – diversamente da quanto riportato nei comunicati sindacali – l’azienda ha apportato diverse modifiche, ampiamente documentabili e documentate, rispetto alla prima versione di settembre anche sulla base di considerazioni proposte dalla Rsu; nello specifico è stato ampliato il numero di persone che girano sulla turnazione delle fette, è stata modificata la matrice dei turni, si è offerta ampia disponibilità a rivedere le squadre, la composizione delle stesse e la possibilità di variare l’abbinamento con le linee nel corso dei prossimi mesi anche sulla base dei percorsi formativi individuali.
In considerazione del dialogo aperto e della disponibilità del Gruppo a dare una risposta a tutte le questioni aperte non si capisce a chi possa giovare la continuazione dello stato di agitazione in atto”.