(A.L.) Nei giorni scorsi è morta una 46enne, di origini marocchine e da anni sofferente per i postumi di una meningite infantile, presso l’ospedale di Città di Castello dove era stata trasferita dal nosocomio di Umbertide.
Per questa morte il sostituto procuratore della repubblica Gemma Miliani ha iscritto nel registro degli indagati, con l’ipotesi di reato di omicidio colposo, sei persone tra medici e infermieri che l’hanno avuta in cura.
Non sono chiare le cause del decesso, inizialmente nell’ospedale di Umbertide si pensava a calcoli alla colecisti e, per carenza di posti letto, la donna è stata trasferita a Città di Castello. Ma neanche qui si sono trovati dei posti liberi e quindi l’ambulanza è ritornata al punto di partenza.
Ma se non c’era posto prima la situazione non è cambiata a poche ore di distanza e così la malata ha dovuto passare un giorno al pronto soccorso senza essere stata esaminata accuratamente ma solo trattata farmacologicamente.
Finalmente si è liberato un posto a Città di Castello ed in serata è stata operata, ma o c’è stata una complicazione o si è intervenuti in ritardo, fatto sta che la paziente dopo poche ore è morta.
Sarà l’autopsia a stabilire le cause, ma sicuramente la sanità umbra non fa una bella figura dal momento che non si è trovato neppure un posto letto dove curare un paziente. I conti saranno pure in ordine, ma poi bisogna fare anche i conti con la morte che non fa sconti.