Continua la strage per droga a Terni. Tiziano Monaco, 50 anni, trovato senza vita in Strada Santa Giusta, sotto la prua di ponte Carrara, a pochi passi dal centro, è probabilmente l’ennesima vittima di un’overdose.
La Polizia sta indagando per ricostruire i contorni della vicenda. Ma intanto in città cresce l’allarme.
“Terni è la terza zona d’Italia dove si muore di più di overdose”. Lo riporta il sito ‘Geoverdose’ che registra i decessi causati dall’assunzione di droghe negli ultimi 7 mesi del 2021.
A Terni e zone limitrofe, in questo periodo, ci sono stati numerosi decessi, soltanto due in meno rispetto a quelli registrati in città come Roma e Venezia. Ma la classifica diventa ancora peggiore a livello percentuale, considerando che a Terni le morti per droga riguardano 28,6 persone per milione di abitanti, contro i 2,5 della Capitale. Numeri da brivido, superiori in assoluto a quelli di grandi centri urbani come Napoli, Milano, Palermo, Bologna, Bari, Firenze.
Un dato eclatante, anche perché, sommando a questi numeri i ricoveri e le morti sospette, a livello regionale continuiamo a produrre record negativi. Parliamo di ben 13 casi in Umbria che rientrano in queste tipologie e che ci rendono secondi solo al Veneto.
E non c’è dubbio che il secondo capoluogo umbro sia una città travolta da un’emergenza che continua a mietere vittime di ogni età. Dopo il sacrificio di Flavio e Gianluca altri decessi, altro dolore. Con l’addio a Maria Chiara, la neodiciottenne amerina stroncata dalla droga il giorno del suo compleanno, la morte di Francesco, 45 anni, vittima di un’overdose nella sua casa del quartiere San Valentino.
Ma basta risalire allo scorso aprile per ricordare come gli stupefacenti abbiano ucciso un 51enne trovato senza vita in un appartamento di vocabolo Trevi. Il 18 giugno l’addio ad Hamza, 21 anni, marocchino, trovato senza vita nel quartiere San Giovanni, poco lontano dalla casa dove Gianluca un anno fa scivolò dal sonno alla morte. Anche Hamza è stato stroncato da un mix di farmaci e droga.
E ha causato molto turbamento la morte a Borgo Bovio di Christian, 47 anni, ennesimo decesso imputato ad un’overdose.
L’anniversario dell’addio a Flavio e Gianluca è un pugno allo stomaco anche per il procuratore della Repubblica di Terni, Alberto Liguori, che in questi mesi ha tentato invano di chiamare a raccolta famiglie, educatori, istituzioni per affrontare a dovere un’emergenza inarrestabile: «Flavio e Gianluca hanno lasciato questo mondo un anno fa e da quel momento non ho trovato iniziative legislative nazionali, regionali o di enti locali, né forum o convegni sui tanti casi di overdose e sull’uso di droghe in questa provincia». «Si è parlato solo dei decessi e della sentenza – dice Liguori – poi il sipario è calato. Mi chiedo se il mondo della scuola si sia interrogato, se abbia sentito cosa pensano i ragazzi, se siano stati illuminati i campi di calcio della città. Noi come procura siamo i chirurghi deputati ad estirpare il male ma non a risolvere il problema. Ci siamo limitati a fare la nostra parte, gli arresti e operazioni antidroga ogni settimana. Non so cosa possiamo fare di più».
Qualche settimana fa, parlando alla commissione infanzia e adolescenza del Senato, Alberto Liguori, aveva inoltre evidenziato come la città dell’acciaio fosse uno snodo molto “importante” per i traffici di droga.
Un allarme e una preoccupazione espressa anche da Thomas De Luca, capogruppo regionale dei 5Stelle, che in una nota congiunta con i consiglieri comunali di Terni del Movimento, stigmatizza il fatto che «la politica finora non ha saputo mettere in campo una risposta all’altezza della sfida».
«Di fatto – aggiunge De Luca -, ogni appello alle istituzioni volto ad affrontare seriamente le politiche sulle dipendenze, è caduto nel vuoto. Tutto rimane affidato alle Forze dell’ordine, che svolgono un importante lavoro basato sulla repressione, oppure alle comunità terapeutiche che si occupano principalmente di recuperare chi ha deciso di abbandonare l’utilizzo di sostanze psicoattive. Nel frattempo, però mancano risorse per potenziare le politiche di prevenzione e riduzione del danno. Proprio quelle politiche – continua la nota – che servono ad evitare che giovani e meno giovani perdano la vita mentre purtroppo stanno vivendo attivamente la propria dipendenza».