Di Luciano Rossini (*) – Sito estrattivo fermo dal 2010 per sopraggiunto fallimento della concessionaria e con esso, per effetto della legge regionale nr. 3 del 2 gennaio 2000 art. 9 e 15, qualsiasi permesso estrattivo è scaduto al momento del fallimento. La data del termine della autorizzazione estrattiva a prescindere da qualsiasi concessionario era il 04 giugno 2019. Unitamente a ciò, come ben esposto dal WWF tramite avvocato Valeria Passeri, al momento del fallimento non veniva richiesta la escussione della polizza di 602.900 euro per danni ambientali da parte della allora amministrazione del comune di Panicale.
La cava di Cerreto è definita nel PRAE, “Piano Regionale Attività Estrattive”: al progressivo 76 (delle allora 156 cave censite) con identificativo cava nr. 372: stato di attività S cava in sofferenza, ferma per problemi di varia natura.
Dal 7 ottobre 2019, 12 associazioni e comitati hanno scritto le loro osservazioni e opposizioni alla riapertura della cava come previsto per legge e sino al 15 giugno 2020, ultimo giorno utile.
Scritto ciò, portiamo a conoscenza per doverosa informazione a tutti i cittadini e lettori, che la realtà è alquanto diversa nell’ aspetto di base. La riunione in Panicale riportata dal vostro precedente articolo “Cava di Cerreto, a Panicale Regione e istituzioni locali fanno il punto” non è stata concordata, come forse parrebbe e etica avrebbe voluto, fra le varie associazioni concorrenti alle opposizioni e magari dopo un intento comune, ma è stata ideata, ovviamente legittimamente, solo da due delle 12 associazioni e da soggetti mai scesi in campo contro la riapertura della cava. Quello che ha portato 14 comitati a disertare l’invito mai pervenuto, è che la riunione è ad invito, del tipo “tu sì e tu no”.
Quindi il soggetto o i soggetti che assurgono al ruolo di individuatori degli invitati giusti e degni e non si sa con quali graduatorie, andranno a proporre e forse decidere con le istituzione in una riunione privata di un bene pubblico. Ad esempio, la valle del torrente Tresa dovrebbe essere attraversata, su strade vicinali private e comunali malandate, da 640 camion da 450 q.li ognuno e 200 di supporto ogni mese. Il tutto su strade ex mulattiere con limiti di transito a 35 e 75 q.li. La riapertura della cava di Cerreto comporterebbe un incasso al comune di Panicale per effetto del rimborso per danni viari, di ca. 46.000 euro, il 33% del 30% di 30 centesimi a Mc. estratto.
Tradotto significa che in 10/20 anni, i ca. 28.000 mq di strade solcate dai camion della Fagiolari srl, 680 al mese che nemmeno fosse una esercitazione NATO verrebbe autorizzata, avrebbero il fantasmagorico rimborso di 1,64 euro a metro quadro, con i quali ricostruire sottofondi, asfalti e banchine demolite dal passaggio delle truppe. Che poi sia già il quarto itinerario che la Fagiolari srl presenta con la forzata richiesta di attraversare le strade con mezzi da 450 q.li su limiti a 35 e 75, è un fantastico programma che merita un invito, come effettuato, in private riunioni.
COSA SI DIRANNO? Riteniamo che sia stato poco prudente e molto azzardato invitare in riunione privata la Sovrintendenza ai Beni Ambientali e il Sindaco di Panicale, istituti di così alta pubblica rappresentanza che sapranno trarre un giudizio. Questa iniziativa di parte politica potrebbe avere un effetto boomerang negativo sulla gente in quanto i problemi e il futuro di 1.200 persone non può e non deve assolutamente essere appannaggio solo di politici di parte e personaggi ad essi collegati e sino ad ora inoperanti. Occorre il pubblico coinvolgimento e non la storiellina raccontata dopo intensa e sudata riunione dei paladini dell’ ultimora, quelli che arrivano a battaglia conclusa a reclamare il trono. La gente è satura di proclami pubblicitari e relatori quotidiani delle storielline ma parrebbe che le lezioni di contrarietà sociale decadano davanti alla voglia di protagonismo. L’ ambiente non può essere appannaggio di riunioni di pochi dotti che magari cercano di far vedere, a lavoro fatto da altri, che sul podio ci sanno salire anche loro senza essersi presentati nemmeno ai nastri di partenza. Panicale 22 non partecipa all’invito ricevuto in stile “tu sì e tu no” anche per piena solidarietà con i 13 comitati familiari che, forse per mancanza di titoli accademici o nobiliari, non sono stati invitati ma che a differenza di altri opportunisti, hanno messo nome e cognome alle opposizioni depositate alle autorità competenti.
(*) Portavoce di Panicale22