Gli abitanti di Castelluccio di Norcia lanciano un appello accorato: “Riaprire quanto prima la strada d’accesso, solo così potremmo iniziare a pensare alla ricostruzione”.
Castelluccio di Norcia è stato distrutto dal recente terremoto e si trova isolato (nel borgo non c’è anima viva). “Se non possiamo salire, non potremo nemmeno procedere alla semina della lenticchia e quindi addio anche alla nostra famosa fioritura e sarebbe un ulteriore enorme danno per questa terra già cosìmartoriata”, sottolinea Nello Perla, presidente della Cooperativa agricola Castelluccio che conta 13 soci. Cento giorni dopo la grande scossa c’è voglia di ricominciare da parte degli imprenditori che in questa “gemma” dei Sibillini avevano costruito il proprio progetto di vita. “Ma alla speranza si alternano momenti di grande sconforto, anche se da parte mia di tanti altri c’è la volontà assoluta di ricostruire e ricominciare”, racconta all’ANSA Sara Coccia, titolare di un agriturismo e produttrice di formaggio. Nell’attesa di tornare, c’è chi si sta organizzando per continuare comunque a lavorare, come nel caso di Maria Luisa Trabalza e del marito Luigi che tra pochi giorni porteranno in giro per l’Umbria e non solo, le specialità che un tempo preparavano nel loro locale e lo faranno con un furgone attrezzato con tanto di cucina. “Sarà un’osteria mobile – spiegano -, con la quale serviremo zuppe e carne. Sarà uno street food di alta qualità”.
Anche Cinzia Cappelli, dopo avere perso tutto, sta pensando di reinventarsi venditrice ambulante e portare nei mercati e nelle fiere i suoi legumi. “E’ una cosa nuova – racconta – ma se vogliamo continuare a lavorare ci dobbiamo inventare qualcosa, solo così ci permetterà di tornare un giorno nella nostra Castelluccio”.