Per gli avvocati Mauro Bertoldi e Nicoletta Pompei e il giudice del tribunale di Spoleto, Tommaso Sdogati, è stato chiesto e accolto dalla Procura il rinvio a giudizio.
Fissata inoltre in data 9 febbraio l’udienza preliminare che vedrà i tre imputati di fronte al giudice di Firenze.
Al giudice fallimentare del tribunale di Spoleto, Simone Salcerini, sono state invece archiviate tutte le accuse.
Inizialmente, anche Salcerini era stato accusato di abuso di ufficio in relazione alla nomina dell’avvocato Bertoldi quale delegato alle vendite, in seguito alle pressioni ricevute dal collega.
La difesa del giudice Salcerini parla di “infondatezza di reato”: “Non sussiste – si legge in una nota presentata dai due legali, Stefano Campanello e Mauro Messeri – alcuno dei gravi reati che a più riprese erano stati ipotizzati: né la corruzione in atti giudiziari, né l’abuso d’ufficio, neppure il concorso nei comportamenti contestati ad altri soggetti”.
Per gli altri imputati coinvolti nel processo rimane l’accusa di corruzione. Secondo quanto sostiene la magistratura di Firenze, “Bertoldi si è impegnato a erogare a favore della Pompei, che aveva una relazione con Sdogati, le somme provenienti dagli incarichi di delegato alle vendite ricevute nell’ambito delle esecuzioni immobiliari, pari al 50% della remunerazione ricevuta”.
Sdogati avrebbe poi, sempre secondo la magistratura fiorentina, compiuto atti che rientrano nel reato di abuso d’ufficio, manifestando “la disponibilità a farsi assegnare la causa civile che Bertoldi voleva promuovere contro la compagnia assicurativa, dopo la morte del fratello in un incidente”, casus belli dell’inchiesta.
Bertoldi e Pompei sono difesi rispettivamente dai legali Luca Maori e Guido Rondoni.