Cristian Salvatori, il 33enne di Norcia che ha ucciso con un pugno il coetaneo Emanuele Tiberi, potrebbe ottenere la piena assoluzione. Già i i giudici del Riesame lo scorso luglio avevano accolto l’appello cautelare presentato dai difensori David Brunelli e Francesco Crisi, disponendo l’affievolimento della misura cautelare, non più in carcere ma ai domiciliari, da trascorrere in una comunità di Rimini. Salvatori è accusato di omicidio preterintenzionale: il pugno venne sferrato nella notte, all’improvviso, nei pressi del locale di Norcia in cui Salvatori e Tiberi avevano trascorso la serata insieme a diversi coetanei. Il pugno mortale sferrato a Emanuele Tiberi, 29 anni, davanti alla ‘Vineria’ di Norcia il 29 luglio 2018 maturò nell’ambito di un “gioco goliardico implicante una limitata violenza”. Non ci fu alcuna aggressione ma solo l’”intenzione di produrre una sensazione dolorosa” e Cristian Salvatori non avrebbe potuto prevedere la morte del coetaneo perché il decorso che ha scatenato un’emorragia subaracnoidea sarebbe stato causale.
Gli avvocati Francesco Crisi e David Brunelli hanno chiesto alla Corte d’assise d’appello di Perugia (presidente Giancarlo Massei) di assolvere il giovane nursino dall’accusa di omicidio preterintenzionale, di riqualificare il reato in omicidio colposo e di sospendere il pagamento delle provvisionali immediatamente esecutive alla famiglia del ragazzo ucciso. In subordine i difensori sollecitano la Corte a rivedere la condanna a 5 anni e 4 mesi con il rito abbreviato perché il gup – ritengono – ha quantificato la pena partendo dalla previsione massima (12 anni) senza spiegarne il perché.