Dopo la decisione della scelta della misura interdittiva della Gesenu,in una nota stampa, il comune di Perugia commenta la notifica della misura antimafia alla Gesenu.
L'amministrazione comunale spiega “L'avvio di tale procedura nasce da rapporti imprenditoriali che l'azienda avrebbe avuto nel tempo in Sicilia, e rispetto ai quali, tra l'altro, ha manifestato nell'ultimo anno la propria volontà di concludere.
L'attuale Amministrazione e' la prima interessata a fare chiarezza anche su eventuali responsabilità di scelte avvenute in passato che non si sono condivise allora, ne' oggi. L'obiettivo di questa Amministrazione – prosegue la nota – e' garantire il regolare svolgimento dei servizi pubblici, se possibile migliorandoli, e difendere la storia industriale ed i livelli occupazionali dell'azienda. E' per questo che il Comune e' pronto in mettere in campo ogni azione che, da un lato, sia di garanzia per i cittadini e, dall'altro, possa favorire il chiarimento della situazione stessa”.
La Marini,considera l'iniziativa interdittiva antimafia a Genesu un fatto gravissimo ed ha dichiarato “L'interdittiva prefettizia antimafia alla Gesenu, società di notevole rilevanza per la gestione dei rifiuti nella nostra regione, e' un fatto gravissimo che merita attenzione, a cominciare dalle istituzioni”. É noto, infatti quale sia il ruolo di Gesenu nella sua titolarità di molti contratti di servizio in essere nella nostra regione, non solo per ciò che riguarda tutto il sistema di raccolta dei rifiuti e di pulizia delle citta', ma anche per l'attività di gestione in capo a questa società degli impianti di trattamento dei rifiuti”.
Ieri si è tenuto un incontro a Perugia, tra la presidente della Regione, Catiuscia Marini ed il sindacoAndrea Romizi, cui ha partecipato anche il vicesindaco Urbano Barelli. In questa occasione la Marini ha affermato “Come rappresentanti delle istituzioni abbiamo voluto avviare da subito una attenta riflessione sui provvedimenti adottati dal Prefetto di Perugia, Antonella De Miro, soprattutto al fine di individuare ogni azione possibile per tutela la centralità e funzionalità del servizio di raccolta dei rifiuti, di pulizia delle citta' e di gestione dello smaltimento degli stessi secondo quanto previsto dal nuovo Piano regionale di raccolta e smaltimento dei rifiuti, con particolare attenzione alle problematiche amministrative conseguenti all'interdittiva'”. A questo incontro ne seguirà a breve un altro con i rappresentanti degli altri comuni e enti che hanno contratti di servizio con la Gesenu.
“La Regione Umbria – ha proseguito la presidente Marini – si e' attivata da tempo, anche con il nuovo Piano regionale di raccolta e smaltimento dei rifiuti, per segnare un netto spartiacque indirizzandosi sempre di più verso la raccolta differenziata. Ed e' già importante e significativo che nel suo insieme l'Umbria sfiori ad oggi il 50 per cento di raccolta differenziata sul totale dei rifiuti prodotti, così come ci indicano gli obiettivi dell'Unione Europea. Se anche il territorio della Provincia di Terni e l'area del folignate-spoletino si impegneranno per incrementare il più possibile la raccolta differenziata, la nostra regione non solo avrà raggiunto e superato il valore del 50 per cento, ma si caratterizzerà' quale una delle regioni con il più alto tasso di raccolta differenziata”. “
Liberati di M5s é intervenuto pesantemente sulla questione ed ha dichiarato “Nelle prossime ore il M5S richiederà con atto ufficiale la costituzione di una commissione d'inchiesta sui rifiuti, ai sensi dell'articolo 36 del regolamento interno” ed ha continuato “Il caso Gesenu, l'interdittiva antimafia; ancora le discariche e la loro grave e reiterata criticità ambientale; l'attrattivitá criminale di alcuni impianti, i conflitti di interesse, i muti intrecci tra politica e affari. Lo diciamo da tempo: e' necessaria una superiore presa di coscienza da parte della classe dirigente della Regione Umbria di fronte a un simile fallimento”.
“Sono trascorsi 15 anni – ha affermato ancora Liberati, dalla costituzione di analogo organismo in seno al consiglio regionale, una commissione d'inchiesta all'epoca presieduta da Carlo Ripa di Meana sui famigerati inceneritori: ebbene, dopo tre lustri, nulla sembra essere cambiato in Umbria. Infatti, oggi come allora, il business dei rifiuti continua a passare ben sopra le teste dei cittadini; sono quegli stessi cittadini che profumatamente pagano un servizio assai carente, oggetto di ripetute indagini da parte della magistratura, fino alla clamorosa svolta di queste settimane: e' tardi, ma e' forse ancora possibile far luce su questa scandalosa situazione, adottando sin da subito politiche finalmente virtuose, sostenibili e a buon mercato, ripubblicizzando il servizio, così come il M5S sostiene da anni. Accade invece l'esatto opposto. Gli esiti sono sotto gli occhi di tutti”.