Dopo 19 anni d'attesa (solo pochi l’hanno potuta ottenere – nel primo periodo di sperimentazione della carta d’identità digitale e tra questi ci sono molti perugini), dal prossimo mese di Marzo arriva la nuova Carta d’Identità (una card con il Pin): ci saranno le impronte digitali e si potrà dare anche il consenso alla donazione di organi.
La nuova card non integrerà la tessera sanitaria. La carta verrà consegnata in 6 giorni ma non è obbligatoria e il rischio di un nuovo fallimento è dietro l'angolo. Quello delle carte d'identità digitali “è un progetto partito nel 1997 e realizzato dopo 19 anni, in cui è utile fare un esame dell'esperienza fatta”. Così Paolo Aielli, amministratore delegato dell'Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato, l'ente a cui è stato affidato il progetto.
Il nuovo progetto – ha spiegato Aiello – è partito lo scorso 4 luglio ed entro settembre coprirà 199 comuni italiani. Entro la metà del 2018 poi si prevede che ci saranno 7 milioni di nuove carte d'identità digitali in tutta Italia. L'iniziativa è frutto di un accordo tra il ministero dell'Interno, quello della Funzione Pubblica e il Mef, con la collaborazione delll'Agid. Tutta l'operazione rientra nei dettami stabiliti dal Garante per la Privacy.
La prima legge che parlava di questa tessera, simile al bancomat, risale a metà 1997 ed era stata inserita nel cosiddetto pacchetto Bassanini sulla semplificazione amministrativa. Da allora, tra annunci, smentite, regimi sperimentali, cambi di strategia in nome della revisione della spesa sono state circa 130 le amministrazioni comunali (su oltre 8mila in totale) che, a suon di milioni di euro, hanno distribuito in via sperimentale circa 4 milioni di pezzi. Ma, per stessa ammissione dei Comuni, si è sempre preferito tornare alla versione cartacea, perché la carta d’identità elettronica costava troppo e i fondi a disposizioni non ce ne sono mai stati a sufficienza. Servono, infatti, macchine specifiche per l’emissione della smart card. E tutte quelle rilasciate fino ad oggi sono state anche ‘inutili’, poiché prive dei dati biometrici che contraddistinguono la (nuova) carta d’identità digitale.
E la novità che scatterà da marzo nei 153 Comuni sta proprio qui: le nuove carte dovranno contenere le impronte digitali, il codice fiscale e gli estremi dell’atto di nascita, corredati da una serie di elementi di sicurezza (come ologrammi, sfondi di sicurezza e micro scritture), adeguando così l’Italia agli standard europei ed eliminando le possibilità di contraffazioni. Inoltre, al momento della richiesta, il cittadino potrà fornire anche il proprio consenso alla donazione degli organi indicando il numero di telefono, l’indirizzo di posta elettronica o l’indirizzo Pec.
Tutti i rilievi saranno fatti direttamente dagli addetti dell’ufficio anagrafe del Comune: la foto sarà realizzata grazie a una fotocamera digitale, mentre uno scanner ottico rileverà le impronte digitali. Poi verrà richiesto di firmare elettronicamente il documento. Il rilascio non sarà, tuttavia, immediato: la stampa della card è affidata all’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato che la spedirà a casa entro sei giorni lavorativi insieme al Pin e al Puk per accedere ai servizi online. Proprio come si fa con l’Inps e l’Agenzia delle Entrate. I cittadini in possesso di un documento in corso di validità non sono però obbligati a richiedere immediatamente il nuovo documento elettronico e potranno aspettare la scadenza naturale.
Il costo della carta d’identità elettronica? Cinque volte più caro della tessera cartacea: 25,42 euro contro 5,42 euro. Un esborso maggiore che dovrebbe essere compensato dal pensiero che anche gli italiani potranno finalmente diventare cittadini digitali.