Di Ciuenlai – Noto con piacere che il tema “Pd voti uno conti tre” è diventato dibattito politico sia sul web che sulla stampa.
Finalmente si è capito che l'abnorme sproporzione tra voti presi e seggi assegnati ha raggiunto, dopo il caso Casciari, limiti intollerabili anche per chi ama i regimi autoritari, figuriamoci per quelli che sono affezionati alla democrazia.
Dunque avevamo detto che il Pd umbro con il voto di poco più un elettore su 6 ha portato a casa il 57% dei seggi e che ad una coalizione che rappresenta poco più di un elettore su 5, è stato assegnato il 66% degli scranni di Palazzo Cesaroni. Tombola! Se applicate il calcolo proporzionale ai numeri della consultazione del 2015, otterrete l'esatta dimensione delle stratosferiche magagne di questa legge. Il risultato sarebbe il seguente : Pd 7 (- 5), Ms5 3 (+1), Lega 3 (+1) , FI 2 (+1), Fr. D'It 1 (=), lista Ricci 1(=), Cambiare l'Umbria 1 (+1), Per L'Umbria popolare 1 (+1), Umbria più uguale 1 (+1), Socialisti 1 (=). come si può ben vedere, con questo meccanismo di premio di maggioranza il Pd succhia i voti di tutti gli altri e da minoranza, raddoppia i consensi reali e si trasforma in maggioranza assoluta.
Appunto, voti uno e conti tre. I “miracolati” dell'Umbricellum sono Leonelli, Brega, Chiacchieroni, Smacchi e la Casciari, che con il proporzionale sarebbero passati dalla categoria degli eletti a quella dei trombati. Ecco il segretario del Pd che da i voti sui giornali a suoi assessori, ne dia una alla sua legge elettorale, se riesce a trovare un numero adeguato tra le pieghe del calcolo infinitesimale.