Il carcere di Terni da 48 ore senza luce e senza acqua. Queste le conseguenze di un ennesimo guasto elettrico.
A renderlo noto i sindacati della polizia penitenziaria SAPPE e SARAP.
«Da giorni ormai – spiega nella lettera il segretario di Terni del Sappe, Romina Raggi – si vive nell’istituto ternano una situazione a dir poco drammatica. Senza energia elettrica e senza acqua per un guasto che si ripete da mesi e per il quale non sono mai stati presi provvedimenti seri. E ancora una volta è il personale di polizia penitenziaria a fare la differenza, agenti e sottufficiali che si sono messi a disposizione,arrivando a 24 ore di servizio continuativo: un sostituto del comandante di reparto, coordinatore del nucleo traduzioni, e un vice comandante del reparto che, in prima persona, hanno parlato con i detenuti, che per fortuna capiscono la situazione emergenziale e hanno coadiuvato il personale».
«Detenuti lavoranti rimasti aperti tutta la notte per aiutare a rifornire i generatori, camere detentive chiuse solo nella tarda serata per le temperature torride di questi giorni. Grazie anche al collega che, contattando la Protezione civile, è riuscito a recuperare i generatori che hanno risolto almeno in parte il problema. Ma ancora una volta ci sentiamo abbandonati dalle nostre istituzioni. Grazie a chi si è attivato per recuperare candele e luci improvvisate per le camere detentive. È facile – osserva Romina Raggi – far finta di niente o pensare che non è un problema che riguarda tutti, è facile abbandonare l’istituto ternano al suo destino, cosa che succede ormai da troppo tempo. Cosa aspettano i ‘grandi’ ad intervenire? Il personale è allo stremo e la situazione è ormai al collasso. Chiediamo un intervento urgente, un aiuto al personale che non può di certo reggere, da solo, una emergenza di tali dimensioni».
Sulla stessa lunghezza d’onda il SARAP: “Stesso carcere, stesso problema, al Sabbione di Terni dopo mesi di denuncia del S.A.R.A.P. ancora una volta si ripresenta il problema dell’ennesimo black-out che questa volta dura da più di 48 ore, situazione che per gestirla al meglio il vertice dell’istituto è arrivato a pensare di trattare con la popolazione detenuta concedendole di allungare la durata di apertura delle celle sino alle ore 22.00, come se tale concessione facesse riapparire come per magia l’energia elettrica, invece quanto trattato non ha fatto altro che compromettere l’operato del personale di Polizia Penitenziaria in prima linea, che si è trovato in una situazione così imbarazzante, senza avere mezzi adeguati per gestirla. Questa volta il problema si è protratto anche nel turno di notte. E la nottata i poliziotti l’hanno passata senza torce a sufficienza per il controllo dell’istituto, senza i condizionatori d’aria e senza acqua”.