Stop alla raccolta dei rifiuti, in questo caso dell’indifferenziata nella zona dell’ex Ati2, quella che comprende principalmente il Perugino, la Media valle del Tevere e il Trasimeno. Ieri mattina quattro camion di Gesenu provenienti da Perugia carichi di immondizia da smaltire alla discarica di Belladanza non sono stati fatti entrate nell’impianto altotiberino, gestito da Sogepu, per problemi legati alla documentazione, così come era avvenuto fino al 31 dicembre.
Dunque, con la discarica di Borgogiglione ancora chiusa, il Tmb di Ponte Rio (cioè l’impianto di trattamento meccanico biologico) pieno e quelli del Marscianese che non possono accogliere al momento altri rifiuti, venerdì è stata alta la tensione sull’asse Perugia-Città di Castello.
A tale proposito il Comune di Città di Castello si è espresso in modo compatto contro la proroga fino al 21 gennaio del conferimento, a Belladanza, di parte dei rifiuti del Perugino.
La proroga è arrivata in extremis il 31 dicembre (giusto in tempo per evitare lo stop della raccolta dal 2 gennaio), quando il consiglio direttivo dell’Autorità unica per i rifiuti e l’idrico (l’Auri) ha detto sì all’“export” fino al 21 nelle discariche di Belladanza e Le Crete.
Città di Castello e Orvieto il 31 hanno ribadito il loro no mentre Foligno e Spoleto hanno optato, dopo il no del 28, per un sì condizionato. Nella delibera si parla chiaramente di “rilevanti criticità” e, rispetto a quella del 28 dicembre, si concede una proroga fino al 21 e non più fino al 31 gennaio. Lunedì 7 a Castello è previsto un consiglio comunale dove il tema caldo sarà proprio quello dei rifiuti. Qualche ora fa invece dalla sede della Provincia il sindaco della città ha criticato duramente Regione e Comune di Perugia, rispedendo al mittente le accuse di isolazionismo e campanilismo.
Intanto la Regione è corsa ai ripari riaprendo un pezzo della discarica di Borgogiglione a Perugia gestita da Tsa e che serve tutto l’ex Ati2 (per lungo tempo anche l’Alto Tevere): dove si intende autorizzare la lavorazione di 47mila metri cubi che “dovrebbero essere sufficienti per garantire la copertura nel periodo di transizione in cui verrà messa in campo la palificata intorno agli argini della discarica”, spiega l’assessore regionale all’Ambiente Fernanda Cecchini.