(A.L.) Nel primo semestre di quest’anno il numero di fallimenti delle imprese italiane (5714) è diminuito del 4,2% rispetto allo stesso periodo del 2018 (5.966). La diminuzione dei crac è ancora più forte (-4,9%) se guardiamo al secondo trimestre del 2019. In generale, questo trend virtuoso – che è iniziato circa quattro anni fa – ha avuto un’accelerazione significativa nel 2017 (-15,7%).
L’Umbria fa meglio del dato nazionale con uno 0,14% e 114 aziende che hanno portato i libri in tribunale.
Nel settore edilizio il calo dei fallimenti è stato più evidente: il numero di aziende che non ce l’hanno fatta a superare la crisi è sceso del 12,1%, dalle 589 del secondo trimestre 2018 alle 518 dello stesso periodo 2019. Con il decreto sblocca cantieri il dato in questo comparto dovrebbe migliorare ulteriormente.
Nell’analisi dei fallimenti in Italia del secondo trimestre 2019 – condotta da Cribis, società del Gruppo Crif – si nota però che aumentano nettamente i concordati preventivi che tra il secondo trimestre del 2018 (232) e l’analogo periodo del 2019 (293). Si registra dunque, a questa voce, una crescita del 26%. sebbene si rimanga lontani dai livelli toccati nel secondo trimestre del 2013 (984) e 2014 (915).
Secondo l’analisi di Cribis meglio della nostra regione hanno fatto in Basilicata (30), Friuli Venezia Giulia (57) e Trentino Alto Adige (64), dove sono fallite solo lo 0,06% delle imprese attive.
Dati confortanti dell’economia reale che sottolineano come è in atto un’inversione di tendenza che incide positivamente sull’occupazione e la ripresa economica… sempre che la politica non sia d’intralcio, rovinando quanto fino ad oggi quanto si è fatto di positivo sotto il Governo Conte.