I lunghi tempi di crisi hanno imposto agli umbri l’arte del risparmio. A guardare i dati che emergono dalle vendite e dai consumi si comprende bene come in tanti continuino a tirare la cinghia sulle spesa quotidiana, ormai congelata sulle posizioni di inizio anno e decisamente in perdita rispetto a un anno fa.
A sancirlo senza ombra di dubbio sono i rilievi fatti da Nielsen che hanno preso in esame il trend dei fatturati per area. Marzo è il mese nero, in cui si è registrato un calo di vendite di quasi il 3%. Adesso tutti gli operatori del settore guardano con speranza e interesse alle feste pasquali. Sperando proprio negli acquisti delle prossime festività.
Ma andando nello specifico, come riporta il Messaggero, confrontando il dato dal 18 al 24 marzo con quello dello scorso anno, la settimana precedente Pasqua 2018 (che cadeva il 1° aprile), le vendite della grande distribuzione sono crollate dell’8 per cento. L’area di cui fa parte il Cuore verde ha perso quasi il doppio rispetto al Nord. Un dato che nasconde varie incognite, testimoniando, come si rileva da Nielsen, «la maggiore volatilità di tali aree in occasione dei periodi festivi». Solo per recuperare le posizioni perdute, il settore dovrà contare sullo stesso slancio che lo scorso anno ha animato la spesa di Pasqua degli umbri.
I dati Nielsen sono confermati da quelli Istat per la grande distribuzione registra (si tratta di rilevazioni nazionali) «una contenuta flessione tendenziale del valore delle vendite al dettaglio, la prima da settembre 2018».
Emerge inoltre un dato interessante rispetto alle imprese operanti su piccole superfici »che si caratterizza, dopo due mesi di flessioni, per un deciso aumento tendenziale». Una crescita, fotografata a febbraio, definita la più ampia dal settembre 2017.
I1 dato conferma il trend regionale che Unioncamere Umbria ha fissato nel quarto trimestre 2018: rispetto alla “dimensione”, si evidenziava come «la fascia più piccola, quella da 0 a 9 addetti», avesse «le maggiori variazioni positive», seguita da quella oltre i 50 addetti, con gli ipermercati in difficoltà (1% rispetto al quarto trimestre 2017) e la fascia media (1049 addetti) con «diversi segni meno» e un calo di oltre il 3%. Quanto ai prodotti, il commercio di quelli alimentari a fine dicembre segnava un +2,6%, quelli no food del +2,8%, comparti trainati entrambi dall’effetto Natale.
Nei primi mesi 2019 è continuato il trend positivo del commercio elettronico che ha mostrato una crescita del +17,5% (dato nazionale).
Una ricerca dell’Osservatorio Alkemy per l’Umbria indica (con riferimento al 2017) circa venti ordini online ogni 100 abitanti in provincia di Terni, tra i trenta e i quaranta, in quella di Perugia. Dalla ricerca risulta inoltre che il giorno più “esposto” per gli acquisti online è il lunedì (17% del totale ordini via internet), il meno propenso il sabato (11%). Un fenomeno rispetto al quale la grande distribuzione (specie per il no food) si sta organizzando. Nielsen rileva, infatti, come ormai non si punti più sul solo volantino «che non dice nulla del cliente se non Io si rafforza con strategie di fidelizzazione mirate». Una di queste punta a trasformare i supermercati in «luoghi dove i clienti vivono differenti esperienze: la scoperta di novità, l’assaggio, la prova o il confronto con prodotti diversi». Tutto questo per portare il cliente all’interno e allontanarlo dalla rete.