di Bruno Di Pilla – Dopo i provvidenziali “repulisti” delle Forze dell’Ordine, le cui energiche e frequenti retate contro gli spacciatori di droga hanno restituito il sorriso ai cittadini residenti, il rione di Porta S. Susanna s’appresta a celebrare, in santa pace, il Natale e le festività di Capodanno. Ora il quartiere, nei secoli medioevali simboleggiato dall’emblema dell’orso, vive finalmente giorni tranquilli, con la gente che può uscire di casa senza l’angoscia d’imbattersi in tenebrosi individui, negli anni scorsi “operanti” senza scrupoli nei pressi delle scale mobili di Viale Pellini e lungo la celebre scalinata della Canapina, quella che conduce nella sovrastante Piazza del Drago ed in via Benincasa, dove, tra l’altro, sorgeva la bottega di Pietro Vannucci, nel XV secolo frequentata da una miriade di apprendisti pittori e dallo stesso urbinate Raffaello Sanzio, il più illustre fra i discepoli del Perugino.
Come dire che il sestiere di Porta S. Susanna davvero non meritava di finire in mano ad ignobili mercanti di morte, spesso legati al crimine organizzato. In effetti, anche storicamente, nello stemma della contrada è raffigurata una catena che rammenta il caratteristico sbarramento delle strade in epoca medioevale, affinché risultasse impossibile il passaggio di truppe e cavallerie nemiche. Il colore azzurro del vessillo è allusivo alle acque del lago Trasimeno, che il viandante poteva agevolmente raggiungere oltrepassando l’omonima porta. Con la palma e le spighe in mano, nelle Matricole delle Arti, è rappresentata la biblica Santa Susanna, altrove raffigurata a colloquio, nelle Matricole del Cambio e della Mercanzia, con due spasimanti ammiratori, a dire il vero assai poco raccomandabili, secondo la narrazione del Libro del Profeta Daniele.
Come sempre, in vista delle imminenti festività natalizie, chi desidera immergersi nella suggestiva atmosfera dei presepi e partecipare alle celebrazioni eucaristiche, si recherà in via della Sposa, dove sorge la Chiesa di Sant’Andrea, e nel magnifico piazzale sovrastante di San Francesco al Prato, presso il Tempio di San Bernardino, inimitabile capolavoro del fiorentino Agostino di Duccio, eretto nel 1461. Per quanto riguarda negozi ed attività commerciali, agli abitanti non resta che imboccare le vie (o le scale mobili) che portano in Corso Vannucci, in Piazza Matteotti e nel dedalo di vicoli circostanti.