Bus elettrici, un piano per migliorare i trasporti nell’area sud del Trasimeno e i collegamenti tra i due poli dell’Altà Velocità (Perugia e Chiusi). Il progetto, presentato nell’ambito delle proposte che chiedono di essere finanziate nel Next generatìon EU (Recovery Plan), ha come obiettivo la riduzione dei tempi di collegamento tra l’area del sud del Trasimeno e Perugia e la completa decarbonizzazione del trasporto pubblico nell’area e ii suo sviluppo in chiave turistica ecosostenibile. Il fulcro dell’idea è infatti il Bus rapid transit (BRT) cioè un mezzo su gomma che viaggia più rapidamente su una corsia preferenziale e trasportando un maggior numero di passeggeri.
Come riporta La Nazione, si tratta di un progetto da 41 milioni di euro che prevede due anni per la completa realizzazione. Il primo corridoio sul quale è stata prevista la creazione di un asse forte del trasporto pubblico extraurbano è quello tra Perugia e Tavernelle, quest’ultima intesa come hub del TPL per tutte le destinazioni/origini dell’area sud del Trasimeno. Una volta creato un corridoio forte del Trasporto Pubblico lungo la Pievaiola, molti servizi adesso diretti tra l’area in questione ed il capoluogo potranno trasformarsi in linee puramente elettriche verso lo snodo intermodale di Tavernelle, con un’ottimizzazione delle corse ed una totale assenza di impatto ambientale. I servizi di collegamento con i singoli centri verrebbero invece svolti con mezzi più piccoli degli attuali, ad alimentazione elettrica, in possibilmente sinergia con il comparto produttivo umbro di questi mezzi.
La linea BRT potrebbe utilizzare i mezzi della linea urbana Castel del Piano Fontivegge con grande accelerazione rispetto ai tempi di percorrenza attuali, mentre il tratto tra Castel del Piano e Tavernelle dovrebbe essere attrezzato a sua volta con tratti di preferenziale e priorità alle intersezioni con un opportuno progetto di velocizzazione, unitamente alla creazione di un’adeguata fermata attrezzata di scambio modale a Tavernelle. Il corridoio della Pievaiola verrebbe così ad essere presenziato dal trasporto pubblico in maniera ben più strutturata rispetto all’attuale, in modo da poter garantire un’accessibilità adeguata anche nel caso che Chiusi diventasse il nodo di accesso all’alta velocità ferroviaria umbra.