Questa volta Giampiero Bocci, indagato su concorsopoli, difeso dagli avvocati David Brunelli e Alessandro Diddi ha risposto alle domande del giudice Valerio d’Andria, confermando la sua estraneità ai fatti “hanno speso il mio nome a mia insaputa”, il riferimento è agli altri indagati, Emilio Duca e Maurizio Valorosi.
L’ex Sottosegretario all’interno ha confermato ai pm di non essersi mai recato negli uffici dei dirigenti e di avere avuto rapporti soltanto istituzionali – pochissimi – con Duca.
In relazione all’informazione sulle cimici posizionate negli uffici di Valorosi ed altri dirigenti dell’ospedale, Giampiero Bocci ha negato tutto affermando “ non ho mai avuto questa informazione e non so perché Valorosi lo abbia riferito a Duca”
In riferimento al caso della “busta gialla”recapitata nella sede di Bocci, i suoi legali hanno riferito l’assoluta estraneità ai fatti da parte del loro assistito documentando, tra l’altro, che in quelle date il parlamentare era fuori Perugia e sarebbe rientrato dopo il 5 Giugno, ovvero 24 ore dopo la data in cui si erano tenuti gli orali dei concorsi.
Giampiero Bocci ha deciso di collaborare con la giustizia rispondendo all’interrogatorio per oltre 2 ore, e dopo 39 giorni di arresti domiciliari, ma soprattutto dopo che i suoi legali hanno avuto modo di studiare una buona parte degli atti della mega indagine. Bocci è indagato per abuso di ufficio, Falso e rivelazione di segreto d’ufficio.
Il Gip potrebbe ordinare oggi stesso la sua scarcerazione.
Tuttavia -parrebbe – che la procura sia intenzionata a chiedere la conferma dell’associazione per delinquere, mentre i Pm, Fornisano e Abritti, hanno depositato il risultato di altre indagini della Gdf, una di queste è riferita all’assessore Barberini che potrebbe tornare agli arresti domiciliari.