Anni di beghe giudiziarie, inchieste e fallimenti in atto, non sono serviti finora a gran ché. Sta di fatto che per quanto riguarda il destino delle aziende ex Novelli è ancora tutta un’incognita.
È in standby il braccio di ferro tra le curatele fallimentari del Gruppo Novelli (rimasta una scatola vuota) e di Alimentitaliani. Due procedure fallimentari che interessano altrettanti tribunali, quello di Terni e quello di Castrovillari.
La situazione allarma i sindacati, preoccupati per i lavoratori umbri (a Spoleto e Terni) e non solo. E così, prima la Fai Cisl, poi insieme Flai Cgil e Uila Uil intervengono con due note separate a sollecitare ancora una volta che l’annosa vicenda si possa sbloccare.
«Basta stallo, i curatori fallimentari dell’ex Gruppo Novelli e Alimentitaliani firmino accordo entro il 30 aprile».
A chiederlo è la Fai-Cisl, che segue l’intricata vertenza con Loreto Fioretti e Simone Dezi, rilevando come «da tempo esisterebbe e sarebbe stata condivisa una bozza di transazione approvata all’unanimità dei comitati dei creditori delle due procedure», tanto che «sarebbe già stato individuato il notaio cui verrebbe delegata la stipula dell’atto».
Mentre “sarebbe prossimo il ritorno nella piena disponibilità del fallimento Alimentitaliani srl delle quote delle società agricole“.
La Fai chiede ai curatori una risposta alle istanze dei lavoratori e del sindacato “circa i tempi della presentazione di un piano di riparto parziale che distribuisca le somme attualmente disponibili, per il pagamento dei dipendenti privilegiati, che molto hanno fatto fino ad ora per non far precipitare le sorti aziendali. Evitando che questo dovuto intervento sia pretestuosamente “bollato” come causa dei ritardi nelle operazioni di messa in sicurezza del gruppo che, a ben vedere, hanno tutt’altra origine”.
Nelle ultime ore sulla questione della ex Novelli sono intervenute anche la Flai Cgil e la Uila Uil. Che hanno inviato una lettera ai curatori fallimentari di Alimentitaliani.
“Siamo fortemente preoccupati per la pericolosa ed incomprensibile fase di stallo che sta subendo la vertenza dell’ex Gruppo Novelli, ora Alimentitaliani srl in fallimento, visto che da più di anno oramai sentiamo parlare di accordi e di vendita, ma di concreto non vediamo ancora nulla. Serve urgentemente una soluzione definitiva”.
Flai Cgil e Uila Uil dell’Umbria indicano quelle che sono a loro avviso le azioni prioritarie da mettere in campo per una “completa e positiva risoluzione della ormai annosa vertenza”.
“Chiediamo alla curatela di Alimentitaliani srl di dar seguito agli impegni presi e di procedere immediatamente ad un piano di riparto per i creditori privilegiati, lavoratori in primis, che distribuisca le somme attualmente disponibili – affermano Paolo Sciaboletta e Gianluca Menichini per la Flai Cgil, Mirko Ghiandoni e Fabio Benedetti per la Uila Uil – visto che tale intervento non è ostativo nei confronti di tutte le altre operazioni necessarie alla messa in sicurezza del gruppo ex Novelli”.
Altro aspetto fondamentale per il sindacato è arrivare nel più breve tempo possibile ad un accordo tra le curatele. “Accordo che già in diverse occasioni abbiamo sollecitato e mai realizzato – continuano i rappresentanti dei lavoratori – ma che è indispensabile per il dissequestro e il successivo rientro delle quote degli interi complessi aziendali originari, ancor oggi sottoposti a sequestro: Fattorie Novelli srl, Cantine Novelli, Bioagricola Novelli. Aspetti che come sappiamo bene, sono imprescindibili, per una possibile soluzione definitiva”.
All’asta i capannoni degli allevamenti di galline
“In particolare – aggiungono Sciaboletta, Menichini, Ghiandoni e Benedetti – preoccupa il comparto degli allevamenti delle fattorie, su cui ancora pende un sequestro cautelativo della procura della Repubblica, che inevitabilmente ingessa tutte le operazioni di vendita. In più c’è un pignoramento da parte di un creditore e il 15 maggio ci sarà un’udienza per l’asta di vendita dei capannoni in cui sono gli allevamenti delle galline”.
“Con l’auspicio – rimarcano Flai Cgil e Uila – che, per le uova siano coinvolti soggetti industriali operanti nel settore, interessati e disponibili a impegnarsi seriamente al rilancio dell’attività ed al miglioramento del ramo aziendale, attraverso un piano industriale che preveda importanti investimenti”. Mentre per il pane ed il Pet, i sindacati auspicano che si “consolidino i rapporti già in essere con gli affittuari”. “Ne conseguirebbero – concludono i rappresentanti di Flai e Uila – positive ricadute sull’occupazione e si eviterebbe che sia messa la parola fine ad una realtà produttiva che ha rappresentato una eccellenza dell’intero territorio nazionale”.