La prossima estate sarà italiana. Già, perché, stando al Coronavirus, sarà quasi sicuramente impossibile recarsi all’estero per godere di una pausa straniera.
Secondo una rilevazione del tour operator DLT viaggi, a seguito del tracollo del settore turistico italiano si registra già una forte crescita di domanda per la destinazione Italia proveniente proprio dal mercato interno. In parole povere: il turismo domestico potrebbe costituire una spinta decisiva per contrastare l’atteso calo di domanda a livello internazionale.
E allora, quest’estate restiamo in Italia, le vacanze facciamole nel nostro Paese. Così facendo aiuteremo a risollevare la nostra economia, aiuteremo gli albergatori, ristoratori, guide turistiche e tutto il comparto turistico a risollevarsi. Non avremo problemi ad effettuare prenotazioni e nessuno ci guarderà come untori.
Tutto sommato, un’occasione per riscoprire le bellezze italiane.
Risponde a questa necessità il lavoro in corso dei tecnici del Governo alle prese con il problema di dover incentivare la ripresa di una delle aree economiche in assoluto più tartassate dalla pandemia, il turismo, che si vorrebbe rilanciare con aiuti diretti per l’acquisto di pacchetti vacanza.
Ma non è semplice farlo con buoni spesa automatici e immediati, scrive il Sole 24 Ore. C’è invece sul tavolo un meccanismo basato sulla detrazione fiscale, intervento che costerebbe allo Stato tra 1,2 e 1,5 miliardi di euro.
La bozza condivisa tra vari ministeri prevederebbe al momento una detrazione fiscale delle spese del 2020 per soggiorni di almeno tre notti presso strutture ricettive italiane.
Sarebbe davvero una boccata di aria fresca per le strutture alberghiere, le spiagge, i lavoratori stagionali e le agenzie di viaggio.
L’ipotesi sulla quale si sta lavorando è riservare il beneficio a lavoratori dipendenti e professionisti con un reddito complessivo compreso tra 7.500 e 26mila euro. Lo sgravio sarebbe rapportato al numero di componenti del nucleo familiare: massimo 100 euro con nessun componente a carico, 100 euro aggiuntivi per il primo componente, 75 euro per il secondo e 50 euro per il terzo. Arrivando dunque a un massimo di 325 euro.
Il lavoro dei tecnici del Governo si interrogano, in particolare, se sia utile lanciare un “bonus vacanza” già con il decreto di fine aprile, praticamente a lockdown ancora in corso.
Poi c’è la scienza che potrebbe bloccare tutto. Non è chiaro, infatti, se esistono le condizioni sanitarie per programmare un turismo su larga scala già quest’estate. Non è ancora certo se potremo o meno andare al mare, in montagna o in campagna. Stando a quello che spiegano i vari esperti, anche se non mancano le opinioni contrastanti, il caldo di questa primavera e soprattutto quello di quest’estate dovrebbe aiutarci a limitare e a sconfiggere – forse però non del tutto – la pandemia.
Non si può nemmeno escludere che l’intervento in studio possa essere tenuto in standby ancora per qualche settimana ed essere rilanciato, se si deciderà di varare un ulteriore decreto legge per gli investimenti e il rilancio magari a maggio. Gli operatori turistici premono per segnali immediati.
Confturismo-Confcommercio ha stimato, solo per il periodo marzo-maggio, un calo nelle strutture ricettive di oltre 31,5 milioni di presenze con una perdita di giro d’affari di poco inferiore a 7,5 miliardi. Un incubo per tutti quegli italiani che vivono di turismo. Uomini e donne che, nel Belpaese, non sono certo pochi.