di M.C.
C’è una prima volta per tutto, anche per il primo biglietto d’ingresso in una chiesa perugina.
Si tratta della basilica di San Pietro, situata in Borgo XX giugno, che grazie all’accordo stilato tra la Fondazione Agraria e la Diocesi, diventerà uno dei 75 edifici ecclesiastici italiani a pagamento su un totale di 64.431. In Umbria questa pratica è stata adottata in precedenza all’interno del duomo di Orvieto dove, per vedere la cappella Signorelli, si paga una modica cifra di tre euro a persona.
Da metà dicembre, quindi, anche per visitare San Pietro si dovrà pagare un ticket del costo di cinque euro cadauno e di tre euro per le gite organizzate, ovviamente i fedeli che frequentano la messa continueranno ad entrare gratuitamente, ma è inutile dire che le polemiche ci sono e continuano ad esserci.
C’è chi dice che la fede non va messa in vendita e chi afferma che i luoghi di culto devono rimanere tali, garantendo l’accesso a chiunque abbia voglia anche solo di visitarli, ma tra le tante voci, si fa strada la nota pubblica della Cei (Conferenza Episcopale Italiana) in cui si “riafferma il principio dell’apertura gratuita delle chiese” pur ammettendo il pagamento di una piccola quota “per la visita a parti del complesso chiaramente distinte al culto”.
Le sfaccettature di tale argomento sono molteplici ma c’è da dire che il complesso monumentale di San Pietro vale il biglietto: tre sono i chioschi visitabili che conducono all’orto botanico e all’orto medioevale, per non parlare poi della Galleria Tesori d’Arte, della biblioteca e dell’archivio storico.
Tutti gli introiti ricavati dagli ingressi serviranno poi per le opere di manutenzione degli edifici dell’intero complesso monumentale e delle opere contenute al suo interno. Cifra quindi irrisoria e necessaria per mantenere in buono stato le bellezze presenti sul nostro territorio.