Sono state 212 le aziende che, rispondendo alla “chiamata informale”, hanno comunicato la loro manifestazione di interesse a presentare progetti di reindustrializzazione nell’area di crisi industriale complessa Terni-Narni , mentre il prossimo 2 luglio saranno aperte le procedure del bando del Ministero dello sviluppo per la selezione di iniziative imprenditoriali previste dalla legge “181/1989”, e relative al “sistema locale del lavoro” di Terni; il primo e significativo bando che dà avvio alla operatività del progetto di riconversione e riqualificazione industriale dell’area di crisi complessa, così come previsto dall’Accordo di programma che era stato sottoscritto lo scorso 28 febbraio a Roma, tra i rappresentanti del Ministero dello Sviluppo, Regione Umbria, e dei Comuni di Terni e Narni, e nel frattempo la Regione Umbria sta già dando il via ad altre azioni sempre relative al grande progetto di reindustrializzazione dell’area Terni-Narni.
Complessivamente saranno a disposizione oltre 58 milioni di euro, una dotazione finanziaria consistente e che per la parte messa a disposizione dal MISE, 20 milioni di euro, non ha eguali tra le aree di crisi complessa in tutta Italia. Sono questi alcuni dei dati emersi oggi a Terni, dove si è svolta l’iniziativa organizzata dalla Regione Umbria, con la collaborazione di Sviluppumbria e delle amministrazioni comunali interessate, sul tema “Area di crisi Terni-Narni. Piano di rilancio e strumenti agevolativi”, che ha visto la presenza – tra gli altri – della presidente della Regione, Catiuscia Marini, del vice presidente, Fabio Paparelli, del presidente di Sviluppumbria, Gabrio Renzacci, e del Commissario prefettizio di Terni, Antonino Cufalo. Dopo gli interventi introduttivi hanno svolto comunicazioni anche Marcò Calabrò, del MISE, Corrado Diotallevi di Invitalia, Luigi Rossetti, direttore regionale della Regione Umbria, Simone Peruzzi, di Sviluppumbria, e Marco Tili, di Gepafin.
“La quantità e qualità dei progetti di massima presentati da tantissime imprese – ha detto la presidente Marini – dimostra la concretezza di questo percorso che consentirà prima di tutto alle stesse aziende di elevare il loro livello di competitività, e al tempo stesso contribuirà a creare un significativo numero di nuovi posti di lavoro. Tutto questo grazie ad un impiego molto rilevante di risorse pubbliche, nazionali e regionali, che serviranno sia realizzare questi progetti, sia a mettere in atto, nel territorio di Terni e Narni, altri interventi nei settori delle infrastrutture materiali ed immateriali, della tutela dell’ambiente, e della ricerca”.
“Un insieme di misure che serviranno a risolvere, in questo specifici ambiti, diverse criticità che vive oggi la città”.
Per la presidente Marini i dati relativi alle manifestazioni di interesse da parte di un così elevato numero di imprese “dimostra che il tessuto economico e imprenditoriale di Terni è assolutamente reattivo. Ed è positivo che tra queste vi siano imprese che noi definiamo ‘perno’ e che appartengono ai comparti della metallurgia, della chimica verde, e di altri settori industriali, compreso anche l’agroalimentare,. Elemento questo che dimostra la solidità della proposta che abbiamo elaborato, di profonda trasformazione del settore industriale locale che determinerà un significativo aumento dei livelli occupazionali. Dunque, per questo territorio, si tratta di una opportunità storica per rilanciare la propria industria che qui vanta una tradizione antica ed una altissima qualificazione, in tutti i settori, della manodopera”.
Ad illustrare nel dettaglio il quadro complessivo degli interventi e dei bandi che presto prenderanno il via, previsti dal progetto di riconversione e riqualificazione industriale dell’area Terni-Narni , è stato il vice presidente della Regione, Fabio Paparelli, che ha voluto ricordare innanzitutto come il percorso per il riconoscimento di questo territorio quale “area industriale di crisi complessa” ha preso avvio con l’ordine del giorno approvato dall’Assemblea regionale nel 2014 “che pose la necessità – ha affermato Paparelli – di un intervento organico, utile per riqualificare e innovare il sistema produttivo e manifatturiero locale, quale condizione fondamentale per riaprire una prospettiva di crescita non solo per il comprensorio di Terni e Narni, ma per l’intera Umbria”.
“Dal prossimo 2 luglio – ha poi sottolineato il vice presidente – le imprese avranno a disposizione il bando e le risorse per poter presentare i propri progetti esecutivi. Parte dunque concretamente la fase operativa di questo ambizioso progetto di riqualificazione industriale di questa area, con particolare attenzione sia ai processi di innovazione, sia all’industria e all’artigianato ‘4.0’. Le manifestazioni di interesse che abbiamo ricevuto ci dicono che sarà possibile creare circa 2000 nuovi posti di lavoro e determinare così un interessante sviluppo economico. Daremo ora vita ad un grande processo di ‘animazione’ insieme ad Invitalia e Sviluppumbria non solo diretto a stimolare la partecipazione delle imprese umbre, ma anche per favorire l’attrattività di questo territorio per imprese di tutto il Paese perché siamo convinti che questa parte dell’Umbria potrà conoscere un nuovo sviluppo e non può perdere questa opportunità”.
In precedenza il presidente di Sviluppumbria, Renzacci, aveva ricordato “il significativo ruolo svolto dalla nostra Agenzia per favorire il rilancio delle attività produttive di questo territorio, teso alla salvaguardia ed alla crescita dell’occupazione. La nostra azione si è realizzata tenendo anche conto della storia industriale di Terni e della sua vocazione; fattori questi che sono strategici per il futuro di questo comprensorio e di tutta la regione”.
Gli indirizzi strategici del Progetto di riconversione e riqualificazione industriale dell’area Terni-Narni riguardano il consolidamento delle produzioni e della ricerca nel settore della chimica verde; incentivazione delle aziende resilienti e di quelle della filiera metallurgica e agroalimentare; riqualificazione energetica ed ambientale; orientare e sostenere le piccole e medie imprese del manifatturiero verso specializzazioni a maggiore valore aggiunto; miglioramento della qualità ambientale delle attività produttive; agevolazione della riqualificazione e del reimpiego dei lavoratori; promozione di azioni formative e scientifiche a supporto dell’imprenditoria locale, con il coinvolgimento del Polo scientifico didattico di Terni e di altri enti formativi; potenziamento delle infrastrutture digitali e logistiche delle aree industriali.