Nel segno della continuità espresso in più circostanze dal rettore della Stranieri, Giuliana Grego Bolli, si ritorna alle origini, a quel lontano 1921, anno in cui l’ateneo, appena fondato da Astorre Lupattelli iniziava i suoi corsi di francescanesimo e di etruscologia. D’altra parte cosa di meglio avrebbe potuto offrire l’Umbria se non le sue peculiarità storiche, il suo genius loci artistico e spirituale?
Umbria degli etruschi, dei Rasnia, come si facevano chiamare dai conquistatori romani, con tutte quelle misteriose lucomonie bucherellate di tombe come un gigantesco formaggio e quel linguaggio fatto di linee ad angolo che, ieri come oggi, sfugge all’indagine e mantiene un velo d’ombra sopra il misterioso popolo del mare, del fiume e della collina.
E poi san Francesco, sottratto da poco dal culto superstizioso che ne faceva un santo di nicchia: ci voleva un pastore protestante, Paul Sabatier a spiegare ai cattolici la portata universale di un uomo di fede che era anche musicista, poeta, trovatore e giullare: “joculator Dei”, come si definiva l’umilissimo assisano. La biografia di Sabatier nel 1893 aprì la porte alla nascita degli studi francescani e si affiancò a quella edita nel 1907 dal danese Johannes Jørgensen, altro luterano convertito. Tra le due date si inserisce la visione francescana di Hermann Hesse, anche lui pellegrino dello spirito tra le vie di Assisi. Il mondo nordico aveva sottratto san Francesco alla bolla della devozione agiografica dettata dalle vite di Tommaso da Celano e da San Bonaventura e ne aveva risolto, scientificamente, la portata universale del messaggio. Su queste basi Arnaldo Fortini, allora podestà di Assisi seppe costruire la fortuna moderna del santo, intuendone e sviluppandone anche la inesauribile portata economica.
Il corso di alta cultura promosso dalla Stranieri è iniziato questa mattina alla 11, con una lezione in streaming dal professor Elvio Lunghi, uno dei massimi esperti di iconografia francescana. Da una aula opportunamente attrezzata, con la collaborazione di tecnici molto preparati, Lunghi ha illustrato ai cicli giotteschi delle basiliche francescane, consentendo agli oltre cento visualizzatori che lo seguivano in diretta di ripercorrere le tappe della leggenda aurea del santo serafico,
Domattina, sempre alle 11 sarà la volta di Maria Rita Silvestrelli impegnata, sempre in diretta, nella descrizione del ciclo pittorico di Benozzo Gozzoli a Montefalco.
Mercoledì, ancora alle 11 il professore Stefano Ragni, stavolta dall’aula magna di palazzo Gallenga, utilizzerà il pianoforte per esemplificare quella fortissima carica di simbologie sonore presenti in tutte le testimonianze francescane, ripercorrendo la strada verso l’ascesi che parte dalle allegre brigate cittadine con cui il giovane figlio del mercante si godeva la sua vita di aspirante cavaliere. Fino al momento in cui gli parlerà il crocefisso di san Damiano (musica di Lorenzo di Vora), creando la svolta che lo porterà alla nozze con Madonna Povertà (musica di Giuseppe Magrino, ofm, maestro di cappella in san Francesco). Una mistica pagina di Bach ricorderà il profondo silenzio interiore e lo stupore contemplativo con cui Francesco accolse il dono delle Stimmate a la Verna.
Giovedì il professor Fabio Melelli, uno scrigno vivente di storiografia cinematografica illustrerà la proiezione del film su san Francesco realizzato nel 1918 da Ugo Falena e Mario Corsi.
Il venerdì 24 la chiusura con il docente Roberto Biselli impegnato nella lettura del Cantico delle Creature, seme di rinascita del teatro occidentale. Il ciclo di conferenze è raggiungibile dal sito dell’Università, cliccando, in basso a destra, su “Eventi in streaming”.