Concessi gli arresti domiciliari al trentunenne eugubino finito in cella per avere staccato a morsi un orecchio alla fidanzata durante una lite mentre, il 25 novembre, si trovano a Cattolica. Lo ha disposto il tribunale della libertà di Bologna che ha così accolto un’istanza del difensore dell’uomo, l’avvocato Ubaldo Minelli.
Il trentunenne deve rispondere di lesioni personali gravissime aggravate, dallo sfregio al viso della donna e dai futili motivi legati alla gelosia.
Una brutta storia di barbara violenza contro una donna. L’ennesimo episodio vigliacco è avvenuto in una sala da ballo, a due passi da Riccione. Il caro ex compagno l’ha mutilata e l’ha lasciata lì, sanguinante. Poi è risalito in macchina ed è scappato. Un mese prima Pamela lo aveva denunciato per stalking. Poi aveva pensato di potergli dare una seconda chance ma al termine di un violento litigio, il 31enne umbro, l’ha aggredita e deturpata.
Sia il carnefice che la vittima sono di Gubbio.
Lei è una commessa di 35 anni, finita in ospedale con una prognosi di 30 giorni, proprio nella giornata mondiale dedicata alla lotta contro la violenza sulle donne.
L’uomo, un macellaio, è stato fermato dai Carabinieri di Riccione e Cattolica mentre rientrava a casa. La coppia era in Riviera per passare il sabato sera.
Ai militari la commessa ha raccontato tutto, come era nato il litigio e chi l’aveva ferita e dove poteva trovarsi.
Dopo quanto accaduto, dopo il raptus di gelosia in un luogo (club di scambisti) dove la gelosia è l’ultima cosa a cui pensare, forse una cosa adesso le è chiara, e lo ha ribadita dal suo letto d’ospedale: “Non sarei mai dovuta tornare con lui”. E dal suo profilo Facebook il messaggio che campeggia sull’immagine di copertina non ha bisogno di altre spiegazioni: “Libere dalla paura”. Adesso Pamela, anche grazie all’intervento di ricostruzione nel reparto “Ferite difficili” dell’ospedale di Assisi, potrà rielaborare la tragedia della violenza subìta e cominciare a dimenticarla. Per iniziare una vita nuova.