Sarà processato con il rito abbreviato con l’accusa di tentato omicidio (aggravata dal fatto che il gesto è stato compiuto con premeditazione e verso un familiare) M.F., il sessantenne che lo scorso marzo ha cercato di uccidere la madre 83enne a martellate.
Lui si era giustificato così: «Non ce la facevo più. Mia madre stava sempre peggio e io dovevo accudirla. Poi ho pensato anche a lei che avrebbe dovuto trascorrere una vita in quelle condizioni. Allora sono andato in garage, ho preso un martello e l’ho colpita con tre-quattro colpi. Lei gridava aiuto».
Moreno Ferraccio sessant’anni, pensionato del posto, ha confessato il tentato omicidio ai carabinieri della compagnia di Assisi. Dopo aver aggredito la madre di 83 anni, mentre ancora dormiva nell’abitazione di Tordandrea, nell’Assisano, è andato a costituirsi in caserma: “Ho ucciso mia madre”.La donna però non era morta. Con le poche forze rimaste ha strisciato fino al cellulare e ha chiamato il nipote. Il ragazzo era al lavoro ed è subito corso a casa, trovando la donna sanguinante. Di lì l’immediato intervento del 118 e il ricovero al Santa Maria della Misericordia dove le sono state riscontrate ferite al capo ma anche ad un braccio.
La donna fu operata alla testa.
Nei giorni scorsi l’avvocato dell’uomo, Daniele Federici, ha ottenuto il giudizio abbreviato nel processo per tentato omicidio, previa perizia psichiatrica. Che ora ha certificato la “consapevolezza” dell’uomo all’epoca dei fatti.
L’uomo, come dett, è difeso dall’avvocato Daniele Federici. La donna è invece assistita dall’avvocato Delfo Berretti.