“Il modello di governance dell’aeroporto va rivisto in maniera radicale”. È lapidario il commento dell’assessore allo sviluppo economico Michele Fioroni, alla notizia dell’ulteriore calo di passeggeri dell’aeroporto.
Secondo la Regione a guida Tesei va rivoluzionata la società di gestione, la Sase: lì secondo l’assessore Fioroni qualcosa non va.
Il servizio è riportato oggi sul Corriere dell’Umbria, dove viene ricordato che la spa oggi conta un consiglio di amministrazione, nominato nel 2016, fatto di cinque membri, in proroga fino a giugno: il presidente Ernesto Cesaretti, imprenditore di macchine agricole, già capo della Confindustria umbra. E consiglieri: Mauro Agostini, direttore Sviluppumbria (partecipata della Regione) già parlamentare e tesoriere Pd, Giorgio Mencaroni, presidente della Camera di commercio e le due avvocatesse Alessandra Granaroli e Laura Tulli. Più i tre revisori, constano alla società di gestione 96.478 euro l’anno.
Chi paga? I soci. Enti pubblici o di diritto pubblico, banche e associazioni d’impresa. In testa la Camera di commercio col 37%, Sviluppumbria col 36%, Unicredit (9,16), Comune di Perugia (6,25%), Confinchistria (5,5) e Comune di AsSisi (2,2%). Più una miriade di anti e istituzioni con lo zero virgola. Dati bilancio ‘2018. Gli stessi che per più di un decennio hanno ripianato in quota parte i passivi. Dal 2006 al 2016 Sase registra una perdita fiscale in bilancio di 10.332.097 euro. Solo nel 2017 ha svoltato con un attivo di 211 mila euro. Scesi a 13 mila nel 2018. Per l’aerostazione lo Stato ha speso altri 45 milioni. Ogni anno i principali soci più la Fondazione Carisp mettono pure ulteriori tre milioni. Parte di questi va ai costi di gestione. Ben 2,2 milioni per lo sviluppo dei voli. Delle due l’una: o questi soldi non bastano, oppure vanno spesi diversamente.