L’aeroporto di Perugia perde un altro collegamento importante. La compagnia greca Lumiwings ha annullato tutti i voli previsti a giugno tra Perugia e Olbia. Le prenotazioni sono state aperte dal 6 giugno, ma nei giorni scorsi agli utenti è stata inviata una mail con su scritto: “Gentile passeggero, la informiamo che i voli da Perugia a Olbia sono stati cancellati per il mese di giugno e riprenderanno a luglio. Procediamo al rimborso del suo biglietto. Cordiali saluti”.
Il volo sarebbe dovuto partire dal San Francesco d’Assisi dal 6 giugno e durare fino al 7 ottobre con 7 frequenze settimanali dalle 8,50 alle 9,50. Dal 10 giugno si sarebbe dovuto affiancare un altro volo, stessa tratta, con orario 14,45-15,25 per quattro volte a settimana.
Intanto per la Sase, la società che gestisce lo scalo umbro, in attesa del salvataggio annunciato dalla Regione con i 2,3 milioni stanziati, aumenta la quota del passivo.
In vent’anni bruciati 90 milioni. E a proposito Confindustria fa sapere che non ricapitalizzerà le perdite di Sase,
Palazzo Donini è pronto a riprendersi il 100% delle quote attraverso Sviluppumbria in caso di passo indietro degli altri soci. “Sviluppumbria destinerà le risorse alla sottoscrizione – è scritto in delibera di giunta del 28 aprile – del capitale di Sase spa, acquisendo la partecipazione nel proprio patrimonio, e alla dotazione di ulteriori mezzi patrimoniali per la copertura della perdita dell’esercizio 2020”.
Palazzo Donini ha annunciato che utilizzerà per questo scopo parte dei 2.300.000 stanziati già a ottobre scorso a favore dello scalo per l’emergenza Covid.
Nel frattempo gli 816 mila euro del contributo straordinario della Fondazione Carisp di Perugia, dovrebbero assicurare la continuità per 12 mesi.
Ma senza “adeguata ricapitalizzazione” il “rischio di default è palese”.
Intanto l’aeroporto continua a “perdere quota”.
Il colpo assestato dal virus allo scalo umbro è stato duro. Tanto da azzerare la liquidità. A fronte di perdita di 1,59 milioni circa, fronteggiata da un patrimonio netto di 1.191.876 euro, per l’anno 2021 si profila “un fabbisogno finanziario di circa 3.400.000, con una totale assenza di liquidità prospettica già al 30 aprile 2021”, è scritto in una nota firmata Sase, società di gestione del San Francesco.
Nella medesima nota si evidenzia “in tutta chiarezza l’impatto negativo prodotto dall’attuale contingenza emergenziale sulla situazione economico-finanziaria della società, i cui effetti sono dunque destinati a protrarsi anche nel corso dei prossimi anni e si ipotizza un percorso finalizzato alla ricapitalizzazione della società anche al fine di garantire efficienza e continuità alle attività dell’aeroporto regionale San Francesco di Assisi individuato, si rammenta, quale scalo di interesse nazionale dalle disposizioni normative vigenti”.
Nel primi tre mesi del 2021 c’è stata una ulteriore perdita di quasi 400 mila euro. Per la precisione 396.307. Sommati al passivo 2020, pari a 1.599.509 euro, si arriva a 1.955.816 euro, con un patrimonio netto negativo di 803.940 euro.
Per questo il presidente del csa, Orazio Panato, chiede ai soci “di deliberare in merito all’azzeramento delle perdite e procedere alla adeguata ricapitalizzazione della società al fine per il piano di ristrutturazione e risanamento ed il conseguente rilancio dell’aeroporto”.
Decisiva l’assemblea dei soci fissata per il 3 giugno.
Ma a questo punto, visto l’andazzo, c’è da chiedersi se è proprio opportuno il fatto che la Regione punti ad assicurarsi la maggioranza delle quote dell’aeroporto San Francesco d’Assisi, andando a gravare sempre più in maniera preoccupante sul bilancio del massimo ente, così come è già avvenuto nel Comune di Montefalco dove la Tesei in qualità di sindaco, ha lasciato un disavanzo di 4,2 milioni di euro, che il consigliere regionale del Pd Tommaso Mori ha così definito: “Non un buco, ma una voragine enorme”.