(A.L.) Non si accontentava della normale prostituzione, cercava le sue prede tra le giovanissime preferibilmente vergini e la sua ‘attività’ andava avanti ormai da un paio d’anni. Fino a che una delle sue prese non si è rivolta ai carabinieri che hanno avviate indagini per scoprire il ‘modus operandi’ di questo predatore seriale.
Tutto era iniziato nel 2017 quando una studentessa è riuscita a scappare dall’auto dell’uomo mordendolo ad un braccio e facendolo finire al pronto soccorso; da qui la denuncia il passo è stato breve, senza ripensamenti, e si è scoperto che il perugino in questione svolgeva la ricerca delle sue prede tra le giovanissime, perché le voleva illibate, e in cambio faceva piccoli regali, ricariche telefoniche e qualche soldo.
A marzo dell’anno scorso alla fine era stato arrestato e messo ai domiciliari ma la sua posizione si è aggravata in quanto, intercettato dalle cimici che i carabinieri della compagnia di Assisi guidati dal maggiore Marco Vetrulli che gli avevano piazzato in macchina, dove avvenivano tutti gli incontri con le minori, sono emerse altre novità.
Addirittura con una ragazzina aveva avuto centinaia di rapporti perché l’uomo teneva addirittura una precisa contabilità. La vittima, raggiunti i 16 anni, riceveva un libretto postale quale indennizzo!
Il procuratore titolare dell’inchiesta, Massimo Casucci, ha chiuso le indagini e si appresta a chiedere il rinvio a giudizio del 37enne accusato di violenza sessuale e sfruttamento della prostituzione minorile.
Quando era stato messo agli arresti domiciliari, il gip aveva rimarcato il fatto che l’uomo fosse “altamente pericoloso per l’integrità fisica e psichica di minori a rischio, inclini ad accettare proposte del genere in cambio di modeste utilità”. Sembra poi che accogliesse nel suo harem in particolare giovani di famiglie non abbienti e questo non depone certo a favore delle tesi della difesa che ne richiedono la semi infermità mentale in quanto non si rendeva conto di ciò che faceva.