In una frazione dell’Orvietano una donna di quarant’anni è stata arrestata dalla polizia postale della Toscana con l’accusa di violenza sessuale nei confronti di sua figlia, di aver divulgato informazioni finalizzate allo sfruttamento sessuale dei minori e prodotto materiale pornografico realizzato con minori.
Le stesse accuse sono state mosse al padre della bimba, 41 anni, che vive nel grossetano.
Nei guai anche una donna di Reggio Emilia che avrebbe perpetrato le stesse perversioni sulla propria figlia con l’intento di fornire materiale pedopornografico allo stesso uomo.
La madre è stata portata nel carcere di Capanne, il padre era già ai domiciliari.
Si parla di abusi compiuti per oltre tre anni, con immagini e registrazioni poi diffuse attraverso il web ai pedofili di tutto il mondo.
L’altra donna, che abita nell’area di Reggio Emilia, peraltro incensurata come la prima, avrebbe agito per denaro, alcune centinaia di euro per volta.
Le bambine sono state affidate ai servizi sociali e portate in strutture protette.
Ora sulla drammatica vicenda interviene il sindaco del comune dell’orvietano, dove vive la mamma 38enne finita in carcere con la pesantissima accusa di aver abusato della figlia in tenera età.
Il primo cittadino così commenta l’accaduto: «C’è grande sgomento, sia in noi rappresentanti delle istituzioni che in tutta la comunità. Da due giorni purtroppo ci stiamo ponendo questa domanda: Come è possibile che nessuno si sia reso conto di quello che stava accadendo in questa piccola frazione del nostro comune? L’unica risposta plausibile è che forse certe vicende riescono a restare nascoste tra le mura domestiche senza trasmettere alcun segnale all’esterno». Lo riporta oggi il Messaggero dell’Umbria.
Le immagini della piccola in pasto al web. Al vaglio degli investigatori altri file che sono stati sequestrati all’uomo che ha già due condanne per pedopornografia. Le indagini potrebbero consentire di individuare altre piccole vittime innocenti.
La donna da venerdì è rinchiusa in una cella del carcere di Capanne. Dopo l’arresto della madre la piccola è stata affidata ai servizi sociali e trasferita in una località protetta. «Davvero non c’erano segnali oggettivi da poter prendere in considerazione – aggiunge il sindaco. Anche ieri ho scambiato alcune considerazioni con i cittadini, tutti mi dicono di non aver mai percepito situazioni di disagio».